Cinque anni e 6 mesi, gli stessi chiesti dal pm Stefania Bianco. E' la sentenza del Tribunale, ritenuta l'equivalenza tra le attenuanti generche e le aggravanti, per A. C. (avvocati Francesco Contardo e Carmine Monaco), il 47enne di Scampitella imputato di omicidio stradale aggravato dall'uso di sostanze stupefacenti e dalla fuga, e di omissione di soccorso. Prima che il collegio si ritirasse per la decisione, la difesa aveva eccepito la nullità degli accertamenti sugli stupefacenti ed evocato il concorso di colpa.
Le accuse sono relative al terribile incidente che nel luglio del 2020 era costato la vita a Salvatore Scognamiglio, 50 anni, di Ercolano, operaio, sposato e padre di tre figli.
Il dramma si era consumato a Scampitella, in via Città di Contra, dove, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il Cherokee condotto dal 47enne aveva investito il malcapitato sotto gli occhi di tre colleghi che come lui stavano lavorando alla fibra ottica. Il 50enne era stato trascinato per alcuni metri e poi schiacciato contro un autocarro fermo sul ciglio della strada; infine, era finito in una scarpata al pari del Suv, che si era ribaltato. Inutile ogni soccorso.
L'automobilista era stato fermato dai carabinieri e, su disposizione del sostituto procuratore Donatella Palumbo, trasferito in carcere, dopo essere risultato positivo a cocaina e cannabinoidi. Era rimasto nella struttura detentiva di Ariano Irpino, che successivamente aveva lasciato, anche dopo l'udienza di convalida dinanzi al gip Vincenzo Landolfi, quando aveva escluso di essere scappato, spiegando di aver raggiunto a piedi la sua abitazione, che dista neanche 200 metri, per chiedere aiuto.