di Paola Iandolo
Aste Ok, altra udienza incentrata sulle indagini patrimoniali a carico degli imputati. In aula, per ore, è stato ascoltato il luogotenente della guardia di Finanza di Napoli, Luigi Del Gaizo che ha sviscerato i libri contabili e le numerose transazioni economiche oggetto d'indagine da parte degli investigatori. In aula, dunque il Luogotenente, ha ripercorso le attività finanziarie di alcune ditte e società coinvolte nell'inchiesta. Il Pubblico Ministero Henry John Woodcock ha richiesto l'acquisizione di tutta la documentazione esistente.
Le intercettazioni
Ricostruzione quella effettuata dagli agenti del Nucleo Pef di Napoli che ha messo in evidenza come alcune transazioni economiche venivano effettuate a favore dei familiari degli indagati per eludere i controlli e non destare sospetti. In particolare il luogotenente, rispondendo alle domande del pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia di Napoli che ha seguito le indagini, ha riferito il contenuto di un'intercettazione telefonica in cui l'imputato Aprile Armando Pompeo (difeso dall'avvocato Alberico Villani) chiede alla sua interlocutrice se la sommma di 9.300 euro - inviati sul conto della madre di quest'ultima - erano stati ricevuti. Dunque per l'accusa i familiari degli imputati erano un punto di appoggio per le attività economiche finite al centro dell'inchiesta.
Due transazioni finite sotto la lente d'ingrandimento del Nucleo Pef
In particolare due transazioni (una da 275mila euro e una 130mila euro, stornati successivamente) hanno attirato l'attenzione degli inquirenti. Transazioni a favore della società Arca di Noè e che erano state considerate "operazioni sospette". Ma già in aula i difensori degli imputati (Armando Aprile, Gianluca Formisano e Antonio Barone ) hanno chiarito alcune circostanze ridimensionando le accuse.