Il procedimento che ha portato questa mattina all'arresto di tre persone di San Martino Valle Caudina e Casagiove, al centro di una indagine antiusura della Dda di Napoli e dei carabinieri, nasce dall'attività investigativa avviata dopo l'omicidio di Orazio De Paola, 58 anni, ucciso a colpi di pistola l'8 settembre del 2020 a San Martino, dove era tornato dopo essere stato rimesso in libertà, alla fine del 2019, su decisione della Corte di appello. Un delitto, quello di un personaggio ritenuto da sempre apicale nel clan Pagnozzi, per il quale è stato condannato in appello, qualche mese fa, un 33enne, suo compaesano.
Le indagini, scandite dal fermo del giovane, erano state supportate dalle intercettazioni su più utenze telefoniche, il cui contenuto avrebbe consentito di far emergere i fatti per i quali è scattato il blitz odierno, preceduto da alcune perquisizioni e dall'escussione della parte offesa: un imprenditore dal quale sarebbero stati pretesi, con rate mensili di 600 euro, interessi ritenuti usurari su un prestito di 4mila euro erogato nel marzo del 2019.
E quando il malcapitato aveva fatto presente di non essere in grado di versare i soldi, due indagati gli avrebbero rivolto espressioni di stampo intimidatorio. “Vedete cosa dovete fare, dobbiamo fare questo servizio sennò ci pigliamo collera, non mi prendete per fesso”. Condotte nelle quali sono state ravvisate le aggravanti del metodo mafioso e quella di aver agevolato il clan Pagnozzi.
Questo il quadro ricostruito dagli inquirenti, da qui la decisione dei pm Anna Frasca e Francesco Raffaele di chiedere ed ottenere dal gip Anna Tirino tre misure restrittive: in carcere un 70enne di Casagione, ai domiciliari con braccialetto elettronico un 62enne ed un 65enne di San Martino Valle Caudina, difesi dagli avvocati Giovanni Adamo e Valeria Verrusio.