Operazione Bags Leather, ai domiciliari la mente del sistema

Le misure furono eseguite dagli agenti della Fiamme Gialle di Avellino

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Montoro.  

di Paola Iandolo 

E’ stato sottoposto agli arresti domiciliari A.D.S difeso dall’avvocato Raffaele Tecce, mentre F.O. classe ’96 difeso dall’avvocato Ennio Napolillo è ritornato in libertà, dopo che i giudici del tribunale del Riesame hanno annullato l’ordinanza. Dunque le misure cautelari emesse nei confronti dei 12 indagati accusati di autoriciclaggio ed emissione di fatture false sono state tutte attenuate.

Le indagini

Gli agenti della guardia di finanza di Avellino, guidati dal colonnello Salvatore Minale hanno esaminato per mesi il flusso di denaro proveniente dalle ditte dei soggetti raggiunti dalle misure cautelari in carcere. In particolari alcuni degli imprenditori conciari coinvolti e raggiunti dalle misure cautelari – stando all’impianto accusatorio – giravano somme di denaro significative attraverso bonifici, postagiro, vagli circolari da e verso i titolari delle ditte coinvolte. Il tutto per ostacolare concretamente l’identificazione e la provenienza del denaro illecito.

La genesi dell’inchiesta

Il tutto trae origine da un controllo effettuato dai carabinieri di Solofra a Tavernola San Felice nel settembre del 2021. In quella sede i militari dell’arma notarono tre soggetti aggirarsi nei pressi dell’ufficio postale con fare sospetto. I tre M.C, A.M.T e F.P. D.S. furono identificati e fermati con svariati centinai di euro. Dopo mesi A.M.T e M.C. raccontarono la loro realtà dei fatti agli inquirenti ovvero di essere stati ingaggiati da F.P.D.S titolare della Florence Bags ad effettuare operazioni di riciclaggio di denaro proveniente da una presunta attività di falsa fatturazione, in cambio di denaro. Nello specifico 200 euro per A.M.T e 800 euro per M.C. come compenso mensile. Attraverso queste operazioni alcune società emettevano bonifici in favore della Florence Bags a fronte dei quali il suo ragioniere emetteva fattura. Da ulteriori accertamenti presso gli uffici postali di Tavernola San Felice emerse che i tre erano stati già segnalati svariate volte all’antiriciclaggio di Poste Italiane. Da ulteriori indagini è emerso che la Florence Bags era priva di dipendenti, priva di un contratto di locazione e che all’indirizzo riportato sulle fatture emesse vi era un gommista.