Processo Aste Ok, la difesa di Formisano: "Il teste ha detto il falso"

L’avvocato Carlo Taormina ha incalzato il luogotenente dei carabinieri, ascoltato come teste

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Avellino.  

 

 

di Paola Iandolo 

Aste Ok, un’altra udienza nel corso della quale il luogotenente dei carabinieri di Avellino che ha effettuato le indagini sul sodalizio criminale dedito alle aste giudiziarie si è sottoposto al controesame. Ma non sono mancati di tensione tra il pubblico ministero della Dda, il difensore dell’imputato Gianluca Formisano, l’avvocato Carlo Taormina e il luogotenente che ha effettuato le indagini.

Il militare ha dapprima, ricostruito tutta l’attività svolta in fase di indagini: le numerosissime intercettazioni, l'acquisizione di informazioni attraverso esami testimoniali e controlli del territorio. Il militare ha confermato la conoscenza diretta tra tutti gli imputati finiti a processo. Ma successivamente è stato incalzato dall’avvocato Carlo Taormina in relazione al contenuto di un’intercettazione tra Antonio Barone e Gianluca Formisano e su quella relativa alla società creata tra i Galdieri, Aprile e Forte“Sta dicendo il falso, mi auguro che venga fatta chiarezza su questo passaggio” ha ribadito più volte in aula.

Ma il pubblico ministero è andato avanti e ha continuato a parlare delle intercettazioni relative agli imputati Armando Aprile, Modestino Forte e Livia Forte: "preferivano risolvere le questioni fuori dal Tribunale". Il luogotenente, come già riferito da altri nel corso del processo, ha ribadito ancora una volta che tutto è partito da un'asta giudiziaria in cui Livia e Modestino Forte si erano fatti dare 25mila euro per fare in modo che la stessa andasse deserta. Pasquale Galdieri si rivolse a Damiano Genovese chiedendogli di aggiornarlo quando avvenivano le aste e, soprattutto, quando partecipava Livia Forte.

Dopo, ci avrebbe pensato lui. Captazione che consentì agli inquirenti di comprendere che Pasquale Galdieri voleva entrare nel business delle aste. In una intercettazione del 2019, i fratelli Galdieri ritornano sulla questione aste ed in particolare su quella nella quale Nicola Galdieri affermava di aver raggiunto un accordo con Armando Aprile. Dopo una lunga trattativa è emerso anche il contenuto di questo accordo con i fratelli Galdieri, ovvero il riconoscimento delle somme di denaro pari a circa il 20% del giro d’affari sulle aste giudiziarie

Il post su facebook di Taormina

In un lungo post lasciato sulle pagine di Facebook l’avvocato Taormina ha chiarito: “Sarò costretto a presentare denuncia contro un esponente delle forze dell’ordine perché ha confermato il falso in aula, sostenendo che il mio assistito si è spartito una somma di denaro con i criminali, somma provento di un’asta truccata, contrariamente al vero. Chiedo al ministro Nordio di mandare gli ispettori al tribunale di Avellino”.