Imprenditore conciario assolto con la formula piena “perché il fatto non sussiste”. L’uomo era finito a processo con l’accusa di abuso edilizio per aver realizzato parte del complesso conciario nella zona industriale della cittadina della Concia, all’interno della fascia di inedificabilità assoluta del corpo idrico superficiale “Vallone Carpisani”. Nei suoi confronti la Procura aveva chiesto una condanna per la realizzazione di opere in una zona vincolata e anche la demolizione di parte del fabbricato realizzato in violazione alla norma stessa.
La sentenza
Il giudice monocratico del Tribunale di Avellino, nei confronti dell’imprenditore solofrano difeso dagli avvocati Nicola D’Archi e Domenico Trulio, ha emesso la sentenza di assoluzione dopo che la difesa è riuscita a dimostrare che non solo il Vallone in questione non rientrava nell’elenco delle acque pubbliche, ma anche che le costruzioni realizzate in prossimità dei suoi confini, non erano soggette alle prescrizioni contestate, ma dovevano rispettare le sole distanze imposte dagli strumenti urbanistici all’epoca vigenti.