Tentato omicidio di Clemente Fiore e di suo nipote, arriva la condanna a otto anni e quattro mesi con l’esclusione della premeditazione per Salvatore Di Matola. Tra novanta giorni è previsto il deposito delle motivazioni. Inoltre l’imputato difeso dall’avvocato Alessio Ruoppo dovrà risarcire con una provvisionale di 30 mila euro la parte civile costituitasi (solo il nipote A.P.) nella precedente udienza ed è rappresentata dall’avvocato Antonio Di Santo. Ad emettere la sentenza di condanna per Di Matola, il Gup del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone.
La richiesta di condanna
Il pm della Procura di Avellino Cecilia Annecchini aveva chiesto, al termine della requisitoria, dieci anni di reclusione per il tentato omicidio, escludendo la premeditazione. Di Matola Salvatore aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato davanti al Gup del Tribunale di Avellino.
La ricostruzione dell’agguato
Nel mirino Fiore Clemente, 60 anni, considerato negli anni scorsi uomo di punta del Clan Pagnozzi, il sodalizio camorristico che da decenni domina in Valle Caudina, al confine tra le province di Avellino e Benevento. Nell'agguato avvenuto l’11 febbraio del 2022 rimase ferito anche A.P. 20 anni, nipote di Clemente, che lavorava nel supermercato di via San Martino Vescovo, dove Clemente si era recato per acquistare dei generi alimentari. Il ragazzo stava aiutando lo zio a portare le buste della spesa nell'auto parcheggiata nei pressi quando – intorno alle 10 - un uomo arrivato a San Martino a bordo di un'auto condotta da un complice, armato di pistola fece fuoco contro Clemente, rimasto ferito all'addome e all'inguine. Quattro i colpi esplosi. L'uomo fu sottoposto a diversi interventi chirurgici.