Caso Manzo, prende sempre più corpo l’ipotesi che il movente della sparizione del 71enne sia da ricercare nello spaccio di droga. Infatti dalle numerose testimonianze raccolte dagli inquirenti in questi due anni di indagini è emerso che la sera dell’8 gennaio del 2021, davanti a casa Manzo – in occasione della festa di compleanno della figlia Romina - circolasse della droga.
Il possibile movente ad avviso degli inquirenti
E dall’incontro svoltosi stamane presso il comando di via Brigata Federica Renna (difensore di Romina, la figlia dello scomparso accusata di sequestro di persona) riferisce che è emerso ormai in maniera chiara e netta quale sia stato il movente che ha indotto qualcuno o qualcuna a far scomparire per sempre Mimì Manzo. Si batte ormai la pista della droga, purtroppo per il 71enne, l’8 gennaio del 2021, Mimì avrebbe visto o sentito qualcosa che non avrebbe dovuto vedere o sentire.
Cambio di imputazione
L’avvocato Nicodemo Gentile dell’associazione Penelope è convinto che quella di Mimì non è una scomparsa volontaria ed è necessario anche cambiare il capo di imputazione. “Dovrebbe cambiare in omicidio perché dopo tanto tempo, non essendovi alcun segnale di un allontanamento volontario, né di intenzioni suicidarie è di tutta evidenza che si tratta di un omicidio posto in essere nei suoi confronti un’azione violenta. Si tratta di un omicidio, vogliamo che l’indagine non si fermi, è necessario andare avanti. Mimì è stato abbandonato da tutti perché ci stiamo scontrando con un muro di omertà vergognoso e speriamo che venga squarciato quanto prima”.