A distanza di due anni dalla scomparsa di Mimì Manzo, i familiari e l’avvocato Federica Renna (difensore di Romina, figlia dello scomparso accusata di sequestro di persona) lanciano un appello alla Procura di Avellino, affinché questo caso non cada nell’oblio. Bisogna scongiurare il rischio di un’archiviazione.
Il difensore di Romina Manzo
“Bisogna dare un volto ai responsabili – precisa l’avvocato Renna – perché dei responsabili ci sono e di conseguenza è importante anche per la mia assistita - che ad oggi è tutt’ora iscritta nel registro degli indagati - capire chi è realmente coinvolto nella scomparsa di Domenico Manzo. Semmai si dovesse archiviare il caso e quindi tutto dovesse rimanere nell’alone del dubbio, soprattutto il ruolo avuto dalla mia assistita, su di lei rimarrebbe per sempre il dubbio che abbia potuto contribuire alla scomparsa del padre. Dunque bisogna far presto nel chiudere le indagini e iniziare un processo indiziario nei confronti dei responsabili”.
Le indagini continuano, ascoltate altre persone informate sui fatti
Per ore sono state ascoltate alcune persone che abitano proprio nella zona dove - la sera dell’8 gennaio di due anni fa– si sono perse le tracce di Domenico Manzo, all’incrocio tra via Marconi, via Dell’Annunziata e la stazione ferroviaria dismessa. I carabinieri del comando provinciale di Avellino continuano ad indagare, ad incrociare testimonianze con i dati raccolti grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza. Dati che verranno confrontati anche con quanto riferito da alcuni testimoni ascoltati oggi in caserma che potrebbero aver visto o sentito cose fondamentali per risolvere il giallo di Prata Principato Ultra.