A due anni dalla scomparsa di Mimì Manzo, la figlia Romina, l’unica dei quattro indagati ad essere accusata di sequestro di persona chiede alla Procura della Repubblica di Avellino di “avviare il processo” per far definitivamente luce su quanto accaduto la sera dell’8 gennaio del 2021. Iscritti nel registro degli indagati due suoi amici Alfonso Russo e Loredana Scannelli, indagati per favoreggiamento e false dichiarazioni, e Pasqualina Lepore, che deve rispondere solo di favoreggiamento. La richiesta di chiudere le indagini e avviare il processo sul caso Manzo arriva anche da due legali, ovvero gli avvocati Nicodemo Gentile, difensore delle sorelle di Mimì e Federica Renna, difensore di Romina. “A due anni dalla scomparsa vogliamo delle risposte chiare”, affermano. Chiedono alla Procura di Avellino di essere messi nelle condizioni di iniziare un processo, anche se di tipo indiziario, perché non sarebbe il primo in Italia (citano, ad esempio, il caso Ragusa). Gli avvocati Gentile e Renna ritengono che “il quadro d’indagine ormai non si allarghi più di tanto, tranne se non ci saranno delle confessioni. Si prenda atto degli errori iniziali e si lavori su quello che si ha fino ad oggi”.
Ha gridato la sua innocenza
“Io non c’entro nulla” ha ribadito più volte la ragazza, anche questa mattina, al cospetto delle zie Lucia e Mena, nella casa delle sorelle del muratore 71enne. La giovane – difesa dall’avvocato Federica Renna - anche in passato si è professata innocente, estranea a tutta la vicenda.
Nuove ispezioni
A breve, non appena il tempo sarà più clemente partiranno nuove ispezioni alla ricerca dei resti di Mimì Manzo. La procura ha autorizzato nuove ricerche e i carabinieri del comando provinciale di Avellino le eseguiranno - sempre nelle zone limitrofe a via Dell’Annunziata e la stazione Ferroviaria dismessa - nei prossimi giorni.