Omicidio Zeppetelli a Cervinara: per la Dda "nessuna matrice camorristica"

La vittima venne colpita a pochi metri dal circolo che gestiva, nella zona del centro storico

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Cervinara.  

L’omicidio di Nicola Zeppetelli a Cervinara non è stato di stampo camorristico. A stabilirlo il pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia di Napoli Francesco Raffaele che ha chiuso le indagini e trasmesso gli atti alla Procura di Avellino.

La ricostruzione dei fatti

A.M., confessò di avere sparato a Zeppetelli in seguito ad un diverbio. Un testimone aveva osservato la scena e aveva consentito, insieme alle riprese video della zona, ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino di stringere in poche ore il cerchio su di lui e il suo complice G.M. - difeso dall’avvocato Luigi Petrillo – e già dallo scorso mese di marzo ai domiciliari. I due avevano deciso di rifugiarsi ad Arienzo, città di origine del patrigno di A.M. I due killer – in un blitz congiunto tra i militari della locale Compagnia e quelli del Comando Provinciale di Avellino- furono tratti in arresto.

Misura attenuata

Ad A.M., - il ventenne detenuto per nove mesi ed accusato dell’omicidio volontario di Nicola Zeppetelli, commesso il 19 febbraio a Cervinara nella frazione Loffredo, dove la vittima gestiva un circoletto – a novembre scorso sono stati concessi gli arresti domiciliari.  Il Gip del Tribunale di Napoli accolse la richiesta di attenuazione della misura cautelare in carcere presentata dal suo avvocato Giulia Cavaiuolo.