Abusi sessuali su un minore, ospite della struttura di accoglienza, condannato a 8 anni di reclusione don Livio Graziano, attualmente sottoposto agli arresti domiciliari. Esclusa l'aggravante della consegna di denaro in cambio di rapporto sessuale. I giudici della Corte di Assise hanno emesso il verdetto al termine di una lunga camera di consiglio. Il pubblico ministero Lorenza Recano aveva chiesto 11 anni di reclusione per Don Livio.
La sua versione nelle dichiarazioni spontanee
“Sono innocente, le accuse contro di me sono false” ha detto Don Livio Graziano, davanti ai giudici della Corte di Assise del tribunale di Avellino. Il fondatore della struttura i “Figli di Emmaus” ha reso dichiarazioni spontanee nel corso delle quali ha respinto tutte le accuse mosse nei suoi confronti. Don Livio, attualmente sottoposto agli arresti domiciliari, è accusato di abusi sessuali su di un 13enne, ospite della struttura di Prata Principato Ultra.
Quanto emerso nell’istruttoria dibattimentale
Nelle precedenti udienze i tre consulenti nominati dalla difesa dell’imputato – rappresentata dagli avvocati Gaetano Aufiero e Gianpiero De Cicco - hanno tentato di smontare le accuse mosse nei confronti del loro assistito. In particolare uno dei consulenti mise in evidenza alcune circostanze che di fatto escluderebbero le ipotesi contestate all’imputato. Ad avviso del medico legale infatti, in una delle foto prodotte dagli inquirenti agli atti in cui si vede la vittima dei presunti abusi e un uomo, non sarebbe riconducibile a Don Livio, non vi è corrispondenza antropometrica tra le gambe dell’imputato e quelle effigiate nella foto.
Inoltre furono ascoltati due testimoni citati dai difensori dell’imputato, una giovane madre ospite della struttura di Prata Principato Ultra e una volontaria quando c’era anche il ragazzino vittima di presunti abusi. Entrambi le teste riferirono che il ragazzino aveva di sovente un comportamento volgare. L’inchiesta prese il via dopo la denuncia del padre del ragazzino, ospite della struttura di Prata Principato Ultra, costituiti parte civile e rappresentati dagli avvocati Giovanni e Benedetta Falci. La denuncia fu presentata dopo il ritrovamento di alcuni messaggi sospetti inviati da Don Livio Graziano sul telefonino del ragazzino. Don Livio Graziano è accusato di atti sessuali compiuti su un 13enne, che ospitava presso la struttura da lui fondata e diretta “I figli di Emmaus”. Gli abusi sarebbero avvenuti proprio in una delle strutture che facevano capo al sacerdote finito nell’inchiesta della Procura di Avellino.