23 novembre 1980: tre giorni sotto le macerie, oggi abbraccia chi lo salvò

La storia di Toni sepolto dal crollo del palazzo a Lioni, il salvataggio dei soccorritori di Verona

23 novembre 1980 tre giorni sotto le macerie oggi abbraccia chi lo salvo
Avellino.  

Per tre giorni rimase sotto le macerie della palazzina dove abitava, crollata in seguito alle scosse di terremoto che il 23 novembre del 1980 sconvolsero l'Irpinia. E solo grazie alla caparbietà e all'ostinazione dei vigili del fuoco, che non smisero mai di scavare, ne uscì vivo.

Ora, 42 anni dopo, l'allora ragazzino e quella squadra di pompieri si sono rincontrati. La storia è stata pubblicata sui canali social dei Vigili del Fuoco in occasione del 42esimo anniversario del sisma di magnitudo 6.9 che provocò quasi 3mila vittime.

I protagonisti si chiamano Toni, che oggi ha 53 anni e quel 23 novembre quando la scossa distrusse casa sua ne aveva 11, e poi Luigi, allora capo reparto, Giovanni R., caposquadra, Remo, Giovanni S., Fabrizio, Marco, Ettore e Roberto, la squadra dei vigili del fuoco che partì da Verona per raggiungere l'Irpinia.

I soccorsi arrivarono in Irpinia da tutta Italia: il dramma di Lioni

"Ogni intervento svolto, da quello apparentemente più semplice al più complesso, lascia nella memoria di un vigile del fuoco una traccia. E alcune di queste sono profonde, indelebili" scrivono i Vigili del Fuoco ricordando quel giorno quando, da tutta Italia, furono mobilitati quasi 4.300 pompieri e 1.100 mezzi per cercare di salvare quante più vite possibili.

Tra le tante squadre c'era quella di Verona: gli 8 partirono nella tarda serata del 23 novembre e fecero tappa a Padova, dove si unirono alla colonna mobile regionale che, dopo un giorno intero di viaggio, raggiunge Lioni, un piccolo comune in provincia di Avellino quasi al confine tra la Campania e la Basilicata. Luigi, Giovanni e gli altri si misero subito al lavoro sulle macerie di una palazzina dove, secondo le testimonianze raccolte, si temeva potessero esserci delle persone. I pompieri scavarono per 24 ore ininterrotte ma né vivi né morti uscirono da sotto il palazzo. Lo scenario cambiò la mattina del 26 novembre, 3 giorni dopo il terremoto.

I soccorritori: "Sentimmo il lamento di un bambino stto le macerie"

"In un momento di silenzio assoluto, con strumenti e ruspe spente, la squadra udì un lamento, quello di un bambino" scrivono sui social i Vigili ricordando quel momento come fosse ora: "con non poche difficoltà e rischi, anche per le frequenti scosse sismiche" la squadra "rimase sempre in contatto vocale con lui, e dopo aver scavato per quattr'ore con martelli, scalpelli, dischi da taglio e il più delle volte con le sole mani, lo raggiunsero a tre metri di profondità. Toni era salvo e stava bene".

Luigi quegli attimi li ha voluti cristallizzare per sempre ricordandoli nella relazione di servizio del 2 marzo del 1981: "penso che sia stato il momento più toccante che ci ha ripagato di tutto il lavoro svolto durante il periodo di permanenza a Lioni". Fin qui il passato. Che è tornato a galla 2 mesi fa quando l'intera squadra - ad eccezione del capo squadra Giovanni R, scomparso nel 2001 ma rappresentato dal figlio Andrea che ha seguito le orme del padre - ha incontrato Toni nella caserma di Verona.

"Dopo essersi inseguiti col pensiero, per una serie di combinazioni e ricerche si sono ritrovati" dicono i vigili. Momenti che hanno visto abbracci, sorrisi, ricordi e che si sono conclusi con una foto ricordo: con i vigili del fuoco che si sono posizionati allo stesso modo di come li ritraeva uno scatto fatto in Irpinia 42 anni fa. Prima di salvare Toni, che allora era sotto le macerie e oggi è accanto a loro.