Scandalo alloggiopoli: assolti i due funzionari del Comune di Avellino

Condannato solo colui che presentò la denuncia contro i funzionari pubblici

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Avellino.  

Emessa la sentenza di primo grado per il caso "Alloggiopoli": assolti i dipendenti del comune Domenico Piano e Paolo Pedicini, condannato invece F.V., il denunciante del caso di corruzione pubblica. Dunque, i due funzionari di Piazza del Popolo sono stati assolti con formula piena, per non aver commesso il fatto.

Domenico Piano e Paolo Pedicini erano accusati di corruzione: in quanto, stando all’ipotesi accusatoria, dietro il pagamento di una somma di denaro, avrebbero consegnato le chiavi delle case comunali a persone non aventi diritto.  Il pubblico ministero per i due funzionari mandati assolti aveva chiesto sei anni e sei mesi di reclusione. I due sono stati difesi dagli avvocati Giovanni Bove e Maria Rusolo.

Sentenza di condanna per il denunciante

Condannato invece a un anno e sei mesi, con interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, F. V., difeso dall’avvocato Anna Caserta, anche lui accusato di concorso in corruzione.

L’inchiesta prese il via dopo la denuncia dell’unico condannato in primo grado,  fatta via stampa. L’uomo sostenne di aver dato soldi ai funzionari comunali in cambio della casa popolare in cui viveva. Stando alla sua denuncia e a quanto sostenuto dalla pubblica accusa, i due pubblici ufficiali chiedevano ed ottenevano somme di denaro (circa 2700 euro versate dal beneficiario di uno degli alloggi) per il compimento di atti contrari ai loro doveri d’ufficio e segnatamente, per consentire ad un nucleo familiare di poter ottenere un alloggio di edilizia residenziale popolare.

Somme di denaro versate dal beneficiario dell’alloggio per mettersi al sicuro, ottenere un immediato intervento dei due dipendenti del comune di Avellino al fine di evitare lo sfratto. Il pubblico ministero aveva chiesto 4 anni e 6 mesi di reclusione per F.V. Accuse rivelatesi del tutto false al termine del primo grado di giudizio stando alla sentenza emessa dal tribunale collegiale di Avellino, presieduto da Lucio Galeota.