Rapina e scontro a fuoco a Montoro, "mio padre vivo per miracolo"

Quattro i rapinatori arrestati. L'obiettivo, probabilmente, il blindato delle Poste

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Un proiettile vagante ha colpito all'altezza della spalla un professionista che beveva caffè nella cucina della sua abitazione

Montoro.  

E’ trascorso circa un mese dalla sparatoria di Cesinali, che il territorio irpino si trasforma di nuovo nel far west. Questa volta, teatro della sparatoria è Montoro. I rapinatori a bordo di una Fiat 500 X, di colore grigio scuro, sono arrivati nei pressi dell’ufficio postale del Parco Carratù. Non erano nemmeno le 8 e l’ufficio non aveva aperto. Ma, con molta probabilità, l’obiettivo della banda era il blindato che di lì a poco sarebbe arrivato alle Poste della frazione Piano per rifornire le casse dell’ufficio.

il piano sventato dalla polizia

Anche in questo caso, così come è accaduto a Cesinali, il piano criminale dei banditi non è andato buon fine, fortunatamente, perché la polizia li stava già seguendo. E una volta che i banditi si sono accorti dei poliziotti alle calcagna hanno aperto il fuoco. Ne è nato un conflitto tra agenti e banditi. Sono stati esplosi una ventina di proiettili, cinque di questi sono finiti in un’abitazione privata.

La tragedia sfiorata

All’interno della villetta, una famiglia che, come faceva tutte le mattine, si stava preparando per recarsi al lavoro. Un uomo, un professionista, era in cucina e beveva tranquillamente il suo caffè, quando all’improvviso è stato attinto da un proiettile che lo ha sfiorato all’altezza della clavicola. Un miracolo. Solo per un puro caso i tre proiettili che hanno attraversato il vetro del balcone di casa, lo hanno solo sfiorato.

Gli arresti

Sul posto sono arrivati gli altri agenti, quelli della Scientifica che ha repertato ogni angolo della macchina e del luogo della sparatoria, e gli agenti della Mobile insieme al dirigente Gianluca Aurilia. I quattro banditi sono stati bloccati dai poliziotti. Uno di loro è piantonato in ospedale perché ferito all’altezza del collo. Si tratta di un pregiudicato della provincia di Napoli. Sembrerebbe che anche il resto della banda proviene dal napoletano e, al momento si trova in stato di fermo in attesa della decisione del magistrato della Procura di Avellino.