Cinquanta euro il costo della bustina di cocaina. Il mercato dello spaccio avellinese fruttava un bel business al dj di Avellino, arrestato, assieme alla sua famiglia, 5 giorni fa. Il gip del tribunale di Avellino, Marcello Rotondi, in seguito alle indagini della Procura, ha firmato un’ordinanza per dieci persone, per la maggior parte residenti a Rione Parco, e quasi tutte appartenenti allo stesso nucleo familiare. Al centro dell’indagine della squadra Mobile c’è, naturalmente, il dj (principale indagato): a dargli una mano nella vendita al dettaglio, vi era la madre, il padre, le due sorelle, una nipote e il cognato. E poi altri gli amici intorno.
Ma dalle carte del pm è emerso uno spaccato avellinese tutt’altro che perbene. Nel fascicolo del magistrato sono elencati tutti gli acquirenti e consumatori di cocaina ad Avellino. Nome e cognome di donne, uomini, professionisti ed anche parenti stretti di istituzioni, che facevano riferimento al 40enne dj e alla sua famiglia per l’acquisto di coca. Nessuno di loro è indagato. Anzi, grazie alla collaborazione di alcuni acquirenti, gli agenti sono riusciti a ricostruire il traffico di cocaina. Il dj era un punto di riferimento, ormai. E quando la polizia lo aveva arrestato già in passato, lui si affidava ai familiari per la consegna delle bustine.
Gli interrogatori per i quattro in carcere ci saranno il 14 giugno, per i sei ai domiciliari invece il 17. Importanti le parole del Procuratore della Repubblica Domenico Airoma, che nella nota stampa sull'operazione della Polizia ha sottolineato come quella messa a segno dalla Mobile è un'attività che: «Si inserisce in un più articolato programma investigativo, elaborato da questo Ufficio in collaborazione con le Forze di Polizia, diretto a contrastare il dilagare dello smercio di sostanze stupefacenti nel capoluogo irpino, con effetti pregiudizievoli soprattutto nei confronti dei più giovani»