Avellino, il dj ai domiciliari spacciava cocaina con la sorella e il cognato

10 misure cautelari eseguite dalla Mobile. Prosciutto cotto e crudo i messaggi in codice

avellino il dj ai domiciliari spacciava cocaina con la sorella e il cognato

Le dieci persone, tutte residenti nel popoloso quartiere avellinese di Rione Parco, sono accusate di detenzione e cessione di sostanza stupefacenti del tipo cocaina

Avellino.  

Quattro in carcere e sei ai domiciliari, è questo il risultato dell’operazione antidroga portata a termine dagli uomini della squadra Mobile della questura di Avellino, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Avellino.

Le dieci persone, tutte residenti nel popoloso quartiere avellinese di Rione Parco, sono accusate di detenzione e cessione di sostanza stupefacenti del tipo cocaina.

L'attività di indagine prendeva le mosse dal sequestro di sostanza stupefacente operato nei confronti di alcuni tossicodipendenti, i quali avevano acquistato la droga dall'attuale principale indagato, un volto già noto agli agenti, un dj avellinese 40enne, il quale, è stato trovato in possesso di 63 bustine di cocaina. Inoltre, nonostante fosse stato sottoposto agli arresti domiciliari, continuava a gestire una florida attività di spaccio di cocaina, avvalendosi dei suoi familiari e di altri soci, utilizzati soprattutto per le consegne. Sempre la stessa persona, nel mese di settembre dello scorso anno, è stato arrestato, perché trovato in possesso di altre 72 bustine di cocaina e, questa volta, è finito in carcere. Ma tale circostanza non gli ha impedito di bloccare l’affare dello spaccio. E questo grazie alla sorella e il fidanzato di quest'ultima, che sono stati a loro volta arrestati, perché trovati in possesso di 33 bustine di cocaina, confezionate e pronte per essere immesse sul mercato.

Gli agenti guidati dal dirigente Gianluca Aurilia, sono riusciti a ricostruire le tecniche utilizzate dagli indagati per lo spaccio. In particolare, utilizzavano un linguaggio in codice per differenziare la cocaina dal crack, "prosciutto crudo" e di “prosciutto cotto”. Sulla base di tali investigazioni, venivano effettuati numerosi sequestri di dosi di sostanza stupefacente, di danaro e materiale per il confezionamento.

L'indagine in questione si inserisce in un più articolato programma investigativo, elaborato da questo Ufficio in collaborazione con le Forze di Polizia, diretto a contrastare il dilagare dello smercio di sostanze stupefacenti nel capoluogo irpino, con effetti pregiudizievoli soprattutto nei confronti dei più giovani.