Rinvio a giudizio per 10 degli 11 imputati (l'ultima posizione è stata stralciata, gli atti sono stati rimessi al pm) dell’amministrazione Aufiero del comune di Pratola Serra per un falso in bilancio relativo al 2017.
I rinviati a giudizio - Emanuele Aufiero, Marianna Galdo, Simona Silano, Fabrizio Graziano, Raffaele Pisano, Angelo Capone, Antonio Aufiero, Felice De Palma, Giovanni Melillo e Stefania Scannella – difesi dagli avvocati Teodoro Reppucci, Raffaele Tecce, Enrico Matarazzo, Natalia Carina De Maio, Giovanna Fulcolo e Marino Capone, saranno i protagonisti del processo che inizierà il 21 ottobre 2022.
Secondo l’accusa, nel “prospetto dimostrativo del risultato di amministrazione avrebbero riportato residui attivi per 8.415.333,86 e residui passivi per euro 6,695.352,46 ed un risultato di amministrazione in avanzo per 1,719.981,40”.
Quest’amministrazione, si ricorda, è finita sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti della DDA di Napoli a seguito dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose che portò al commissariamento del comune.
Secondo le indagini svolte, in particolare, saltava all’occhio degli inquirenti il ruolo dei fratelli Aufiero, in particolare di Antonio, indicato come il dominus dell’intera organizzazione comunale. Questi, “avvalendosi anche del legame con soggetti legati a organizzazioni camorristiche, hanno nel tempo rafforzato e prolungato il proprio potere. Non vi è settore di rilievo della gestione dell’ente locale, dai servizi pubblici, agli appalti, alle concessioni, alle autorizzazioni/sanatorie edilizie, che non sia inquinato dalla volontà di favorire interessi privati, a discapito dell’interesse generale e del pubblico erario”.
Lo stretto rapporto dei fratelli Aufiero con uno dei personaggi più in vista al tempo del Clan Genovese, pluripregiudicato e condannato in via definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso era coltivato alla luce del sole: l’uomo più volte si sarebbe presentato al fianco dei due sindaci in occasioni di pubblico interesse cittadino, sponsorizzandone anche l’elezione.
In più, si legge sempre nella relazione, a questi era affidata la gestione di diverse strutture sportive comunali, all’interno delle quali avrebbe anche effettuato lavori non autorizzati, con il placet degli Aufiero, intervenuti con sanatorie in un secondo momento. Questa concessione era stata prolungata alla scadenza fino al 2030, in palese violazione di legge e nonostante la condanna per il 416 bis che gli impedirebbe di contrarre con la pubblica amministrazione.