Agguato al boss, Di Matola fa scena muta davanti al gip

Resta in carcere a Poggioreale il 35enne che ha sparato contro Fiore Clemente e suo nipote

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San Martino Valle Caudina.  

Anche questa volta ha preferito restare in silenzio. Salvatore Di Matola, ha scelto la linea intrapresa sin dal primo interrogatorio fatto dal pm Antimafia nel giorno dei suoi arresti, quella di avvalersi della facoltà di non rispondere al magistrato. Il 35enne di San Martino Valle Caudina, ristretto nel carcere di Poggioreale, accusato del duplice tentato omicidio di Fiore Clemente e di Giovanni Pacca, non è collaborativo con la giustizia. Affiancato dal suo avvocato Alessio Ruoppo, Di Matola resta in carcere dopo che il gip ha convalidato fermo e misura cautelare.

Secondo i giudici inquirenti l’agguato ha una chiara matrice mafiosa per la dinamica con cui ha agito Di Matola. Le indagini del carabinieri del Nucleo investigativo di Avellino insieme con la Dda non si sono concluse. Manca ancora l’arma usata dal pregiudicato per l’agguato. Inoltre, si cerca di capire soprattutto i motivi che hanno spinto il 35enne a far fuoco in pieno giorno contro il boss, braccio destro dei Pagnozzi.