Disastro fiume Calore, morto insieme alle specie animali che lo popolavano

Accademia Kronos si batterà affinchè si faccia piena luce su questo ennesimo e grave scempio

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C'era una volta il fiume Calore

Montella.  

Il personale del gruppo guardie Avellino dell’associazione Accademia Kronos, si è recato, su segnalazione di alcuni ittadini, nei pressi del Ponte della Lavandaia nel comune di Montella nell’alveo del fiume Calore, o meglio, nel letto asciutto di quello che una volta era il Fiume Calore. Uno dei corsi d'acqua più importanti della Campania, che ora non esiste più. È morto, insieme alle specie animali che lo popolavano.

"Le cause? I colpevoli? Innumerevoli e, spesso, conosciutissime. Del riscaldamento globale, causato dalla scellerata gestione delle risorse del pianeta, se ne parla da tempo. Ed è indubbio che le estati degli ultimi anni siano particolarmente secche e che gli inverni non siano particolarmente nevosi da poter garantire un adeguato apporto idrico. Ma forse, nel caso della morte del fiume, le cause sono da ricercare anche nella scellerata gestione delle risorse idriche."

Le captazioni delle sorgenti a monte sono un esempio di come un fiume debba essere condannato a morte. Di deflusso minimo vitale sono in tanti a parlarne, ma non è praticamente mai messo in atto. Un recente sopralluogo, effettuato in collaborazione con la Polizia Municipale di Montella, presso i bottini di presa in località Scorzella ha evidenziato come il prelievo di acqua sia totale, senza alcun ruscellamento.

"Può un ente prelevare la totalità di una sorgente, in barba alle direttive sul deflusso minimo vitale? - afferma il gruppo guardie Avellino dell’associazione Accademia Kronos - è normale che un fiume muoia nella più totale impunità? A tale proposito, il materiale fotografico realizzato in occasione del sopralluogo è stato inviato agli organi preposti.

Il disastro ambientale è sotto gli occhi di tutti, sorgenti totalmente emunte, tratto montano del fiume secco da oltre un mese; è normale che alla fine tutto si ripercuota nel tratto a valle.

Crediamo sia venuto il tempo di chiedere conto di tutto ciò all’ente gestore delle sorgenti, titolare delle concessioni di prelievo. Sarebbe anche il caso che si faccia un calcolo dell’acqua necessaria alla sopravvivenza del fiume e che essa venga rilasciata a prescindere dalla quantità emunta. È il momento di passare alle azioni concrete per la salvaguardia del nostro ecosistema."

Accademia Kronos si batterà affinchè si faccia luce su questo scempio ed in attesa del corso della giustizia a cui sono stati affidati gli incartamenti, vigilerà per combattere abusi e deturpamenti,