La furia omicida che si è scatenata questa mattina a Trentola Ducenta, in provincia di Caserta, ha numerose analogie con la strage che il 25 agosto del 2013 si registrò a Pignano di Lauro. Luciano Pezzella, il killer che ha fatto fuoco oggi (con la pistola d’ordinanza), e che si è costituito ai carabinieri, è un agente di Polizia Penitenziaria di 50 anni, in servizio presso il carcere di Secondigliano. Due anni fa, il protagonista del massacro nel Vallo fu Domenico Aschettino, un’ex guardia giurata.
Entrambe le stragi sono avvenute nell’appartamento delle vittime, vicini di casa, dove i pluriomicida sono andati a bussare dopo l’ennesima lite per un posto auto, secondo loro ingiustamente occupato. La macchina dei Sepe parcheggiata nel cortile a Lauro; il camion (che trasportava frutta e verdura al mercato dove l’uomo faceva il parcheggiatore) spesso utilizzato dalla famiglia Verde nel vialetto della palazzina a Trentola Dugenta.
E ancora. Stamane, freddati dalla furia del loro vicino, sono stati uccisi padre, madre e figlio (rispettivamente Michele Verde 61 anni, Vincenza di 58 e Pietro di 23 anni), mentre una quarta persona, Francesco Pinestra, proprietario del mezzo, è stato ferito in strada mortalmente ed è deceduto poco dopo in ospedale. Salva per miracolo la fidanzata del giovane che dormiva al piano di sopra dell'abitazione.
Nella frazione di Lauro, ugualmente, morirono Vincenzo Sepe, capofamiglia, la figlia Carolina incinta di pochi mesi, Bettina Crisci, la settantenne suocera di Vincenzo Sepe, deceduta a qualche mese di distanza, e dopo un miracoloso parto (con la mamma tenuta in coma farmacologico) anche la piccola Maria Liliana. Nata troppo presto e con troppe problematiche, e collegata ad una macchina fino a quando il suo cuoricino ha smesso di battere.
Dunque, in entrambi i casi i due killer sono entrati sin nell’abitazione dei loro dirimpettai sterminandoli per quel posto nell’area di sosta secondo loro occupato ingiustamente. Quattro vittime nel casertano, quattro a Pignano. Due stragi premeditate, insomma. L’unica differenza è che per Aschettino nel marzo scorso è già arrivata la sentenza di ergastolo.
Alessandro Calabrese