Racket, controlli nel Vallo. Soviero: «Attenzione alta»

Il pm antimafia frena sulle misure eccezionali: «Se sono slogan elettorali, non servono a nulla»

Lauro.  

Perquisizioni presso le abitazioni di noti pregiudicati del Vallo e posti di blocco in tutto il lauretano, proseguono senza sosta le attività info-investigative del Commissariato di Polizia di Lauro guidato dal vice questore Aniello Ingenito. L’obiettivo è risalire agli autori dell’attentato al cantiere della scuola di ieri mattina. Gli uomini in divisa continuano a setacciare il quartiere Santa Maria ed in particolare la collinetta di Preturo di Ima dalla quale, presumibilmente, il cecchino o i cecchini avrebbero sparato con fucile di precisione verso gli automezzi della ditta Dalma. Per stessa ammissione del vice questore Ingenito, «non si esclude che sia quello il posto dal quale i malviventi hanno sparato, ma si valutano anche altre opportunità». Nel weekend saranno intensificati i controlli.

Intanto, da Avellino, il pm Antimafia Francesco Soviero interviene sulla vicenda ammettendo che gli sforzi degli inquirenti si concentrano sull’ipotesi del racket. «Non è la prima volta che nel Vallo di Lauro succede qualcosa del genere. E’ accaduto anche di recente, con analoghe modalità. Ecco perché stiamo approfondendo la vicenda in tutti i suoi aspetti. Questo episodio non va sottovalutato per cui faremo tutti gli approfondimenti del caso. L’ipotesi più accreditata resta quella del racket, soprattutto per le modalità in cui è avvenuto l’attentato. Non possiamo però escludere le altre.»

Soviero però frena sull’adozione di misure eccezionali, quelle richieste dal sindaco di Lauro, Antonio Bossone: «La maggior parte dei soggetti apicali e i membri storici dei clan del Vallo, oggi, sono detenuti. Ci sono però delle giovani leve che naturalmente hanno interesse perché vivono di questo. Hanno bisogno di danaro ed è comprensibile che alzino la testa per commettere altri reati finalizzati a portare risorse economiche nelle casse del clan. Le misure eccezionali, a mio parere, servono a ben poco. Applichiamo quelle che esistono e che abbiamo, di polizia e per quanto riguarda la magistratura, proseguiremo con le indagini e accerteremo i reati e gli autori. Le misure eccezionali, se sono solo slogan elettorali, non servono proprio a niente». 

 

Rocco Fatibene