Strage di Milano, parla Giardiello davanti ai giudici a Brescia: «Ero stanco, dieci anni in cui avevo subito molto e non ce la facevo ad andare avanti, allora, ho preso la pistola che tenevo in cucina sotto al forno. Ho provato a togliermi al vita, ma non ho avuto il coraggio di farlo. Non so cosa mi ha preso e la mia testa mi ha detto che dovevo sparare. E così ho fatto». Sono queste le parole con le quali Claudio Giardiello l’autore della strage del tribunale di Milano del 9 aprile scorso ricostruisce i momenti che hanno preceduto l’uccisione del giudice Fernando Ciampi originario di Fontanarosa. La ricostruzione durante l’interrogatorio con il pm del Tribunale di Brescia: «Ho riconosciuto il giudice Ciampi, era solo, ho sparato dal corridoio senza entrare nella stanza. Ciampi era in piedi dall’altra parte della stanza». Tre le vittime, l’imprenditore Giorgio Erba, il giudice Fernando Ciampi e l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani. «Sono passato regolarmente dal metal detector, mentre, la borsa nella quale custodivo la pistola l'ho fatta passare sotto il FEP, lo strumento preposto al controllo degli effetti personali. Ho pensato che se avessero individuato l'arma avrei detto che avrei voluto suicidarmi in aula. Non avevo preso alcuna precauzione per cercare di nascondere l'arma al metal detector. Se mi avessero fermato avrei avuto la possibilità di buttare fuori tutto»
Foto Milanoreporter.it
Gianni Vigoroso