Paziente morto, archiviazione per 4 medici ospedale di Ariano

La decisione del gip del Tribunale di Benevento, Camerlengo

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Ariano Irpino.  

Archiviata dal gip Loredana Camerlengo, così come chiesto dalla Procura, ma non dai familiari della vittima, l'indagine a carico di quattro medici dell'ospedale di Ariano Irpino, chiamati in causa per la morte di un paziente, avvenuta il 30 gennaio del 2018.

Si tratta di un 66enne di Luogosano che, secondo una prima ricostruzione, poiché accusava dolori al torace, era stato accompagnato presso il pronto soccorso del 'Frangipane'. Era il tardo pomeriggio del 28 gennaio, la mattina successiva, dopo le cure ricevute, il paziente era stato dimesso. Era rientrato a casa, ma la sera del 29 gennaio, poiché continuavano i dolori, era tornato in ospedale, dove, a distanza di alcune ore, il suo cuore aveva smesso di battere per sempre. Un caso al centro di una denuncia dei figli del malcapitato, rappresentati dall'avvocato Augusto Guerriero, che aveva innescato l'inchiesta a carico dei quattro professionisti, difesi dagli avvocati Agostino De Caro, Pasquale Giovannelli e Mario Tomasiello-

“Le conclusioni rassegnate dai CT della pubblica accusa - che appaiono nella parte descrittiva aderenti alle risultanze documentali ed in quella valutativa sorrette da argomentazioni logiche - non risultano allo stato superate dalle osservazioni di parte privata”, ha scritto il giudice. “L'analisi puntuale degli eventi posta in essere ha evidenziato che: - al momento delle dimissioni dal nosocomio, disposte la mattina del 28.01.2018, il quadro clinico del paziente non dimostrava l'esistenza di un infarto acuto del miocardio; - al momento del nuovo accesso al P.S. il paziente presentava sintomi nuovi e più gravi; - tra i due eventi non è stato possibile rinvenire un collegamento scientifico; - il paziente non è stato sottoposto ad autopsia; - la condotta dei sanitari non appare censurabile al punto da poter affermare, sulla scorta di dati scientifici, che l'evento morte sia stato anche solo in parte, riconducibile alle dimissioni del paziente disposte la mattina del 28 gennaio”.

Ecco perchè, in base alle conclusioni dei consulenti del Pm, “la richiesta di archiviazione non può che ritenersi condivisibile. In tale ottica, non appare possibile disporre nuove indagini, peraltro neppure richieste dall'opponente, e quanto affermato dalla parte privata deve essere valutato alla stregua di mera opinione personale, da sola non sufficiente a fondare, anche in via ipotetica, un giudizio di responsabilità penale”.