Falsificavano le analisi per coprire gli scarichi irregolari delle imprese conciarie di Solofra, il polo industriale irpino finito nel mirino dei caranibieri forestali e del Noe. L'attività di monitoraggio sullla Solofrana, il torrente che si immette nel fiume Sarno, hanno fatto emergere datri sconcertanti da cui è scaturita una raffica di denunce, una media di una al giorno, arrivando a confermare quelli che da sempre sono i sospetti di cittadini e comitati, e cioè che tra i killer del Sarno ci sono anche persone senza scrupoli che a monte versano nel torrente Solofrana scarichi industriali illeciti, in sfregio ai tanti imprenditori conciari che si impegnano invece a rispettare le regole. Tutto nero su bianco, in una nota del ministro dell’Ambiente,Sergio Costa, che riporta i risultati dei controlli sul corso d’acqua condotti lo scorso mese.L’operazione ha portato a scoprire false certificazioni da parte di tecnici di laboratorio relativamente ai rifiuti prodotti da alcune aziende.
Sono 27 le attività verificate e 50 le persone denunciate. Le indagini dei militari hanno permesso di individuare sei tecnici di laboratori di analisi della provincia di Avellino che avrebbero redatto false attestazioni per certificare la qualità dei rifiuti prodotti da alcune imprese perché risultassero nei parametri di legge. Oltre alle denunce, nel solo polosolofrano della concia sono state elevate sanzioni amministrative per 82mila euro.
Il ministro Costa ha elogiato il lavoro che stanno portando avanti i carabinieri: «Gli inquinatori continuano a sfidare lo Stato e lo Stato risponde. Ricordate il fiume Sarno trasparente durante il lockdown? - aggiunge Costa - Dal 4 maggio a oggi sono state controllate oltre 190 attività produttive, denunciate 120 persone, individuati 40 scarichi abusivi e sequestrate 6 aree di stoccaggio dei rifiuti. Centinaia di migliaia di cittadini chiedono di non vivere più in un territorio deturpato e violentato. Ce la stiamo mettendo tutta” conclude il Ministro.