Sequestrò autista e ambulanza, Capaccio ai domiciliari

Il pluripreguidicato di Atripalda torna a casa

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Atripalda.  

Terza scarcerazione nel giro di pochi anni per Pellegrino Capaccio, detenuto nel carcere di Bari. Questa mattina è stato posto in esecuzione il provvedimento emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Napoli, Presieduto dalla Dott.ssa Castelluzzo, Giudice a latere Pagano, che ha consentito al giovane atripaldese di far rientro nella propria abitazione. Capaccio, che sta scontando un cumulo di pena complessivo di 18 anni e 7 mesi di reclusione, per svariati reati tra cui anche quelli di associazione di stampo camorristico (416 bis), ha visto nella mattina odierna aprirsi le porte del penitenziario pugliese ove si trovava recluso da oltre un anno.

Decisiva l'udienza tenutasi lo scorso martedì dinanzi ai giudici del tribunale di sorveglianza di Napoli che, in accoglimento della tesi difensiva, prospettata dal difensore di fiducia del Capaccio, l'avvocato Rolando Iorio, hanno concesso per la terza volta la misura della detenzione domiciliare al pluripregiudicato atripaldese.

Infatti, la misura della detenzione domiciliare gli era già stata concessa in passato per ben 2 volte e puntualmente gli era stata revocata. Una prima volta gli veniva revocata nell'anno 2017, quando Capaccio, mentre veniva trasportato al Policlinico di Napoli per un controllo, temendo di essere prossimo ad un agguato di camorra in ragione dell'inaspettato cambio di percorso della autoambulanza che lo trasportava, sequestrava l'autista e l'infermiere presenti a bordo del mezzo di soccorso, costringendoli a fermarsi sotto la minaccia di un coltello puntato alla gola.

Il Capaccio veniva pertanto arrestato dai carabinieri del drappello del Policlinico di Napoli. La misura della detenzione domiciliare gli veniva quindi immediatamente revocata e sostituita con la detenzione in carcere.

Dopo un breve periodo trascorso nel carcere di Secondigliano, Capaccio, sempre difeso dall'avvocato Rolando Iorio, riusciva dopo qualche mese ad ottenere nuovamente la detenzione domiciliare.

Nel Gennaio 2019 il plurupregiudicato, che nel frattempo aveva anche ottenuto permessi giornalieri di uscita dal proprio domicilio, veniva nuovamente reintrodotto in carcere per una serie di denunce sporte contro di lui da parte di alcuni concittadini che, recatisi nella locale Stazione dei Carabinieri di Atripalda, avevano raccontato di minacce di morte e soprusi di ogni genere subiti dal Capaccio.

A distanza di oltre un anno, questa mattina il pluripregiudicato di Atripalda ha visto nuovamente aprirsi le porte del Carcere, potendo far rientro nella sua abitazione di Contrada Alvanite.

Fondamentale, secondo il suo difensore, "E' stata la riduzione notevole di pena riconosciuta al Capaccio a seguito dell'incidente di esecuzione, avvenuto nel mese di Dicembre 2019 dinanzi alla Corte di Appello di Napoli, dove siamo riusciti a far applicare al Capaccio il condono prvisto dalla Legge 241/2006, con una riduzione complessiva della pena di anni 2 e mesi 6. Quetsa riduzione di pena, unita alle condizioni di salute del mio assistito, hanno convinto il Tribunale di Sorveglianza di Napoli a concedergli nuovamente la detenzione domiciliare".