"Il 20% degli incassi,qui comando io": 7 arresti a Monteforte

La banda tradita dai messaggi whatsapp audio in cui minacciavano un commerciante pachistano

Monteforte Irpino.  

I Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino hanno arrestato 7 persone (di età compresa tra i 24 ed i 45 anni)sulla scorta di una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Avellino, su richiesta della Procura della Repubblica, perché ritenute responsabili, in concorso, di tentata estorsione, porto e detenzione illegale di armi, lesioni personali aggravate e, per una di loro, in concorso con altre due persone in corso di identificazione, anche di sequestro di persona.

I fatti si riferiscono ad una sequenza di allarmanti azioni violente perpetrate in brevissimo lasso di tempo dagli indagati, in particolare nei confronti di un commerciante pachistano di Monteforte Irpino. Tutto ha inizio con un tentativo di affermazione di predominio di un gruppo di persone residenti a Monteforte Irpino, attuato attraverso la pretesa del 20 % degli incassi della giornata, in cambio di "protezione”, rivolta alla vittima che, rifiutando di pagare, era diventata bersaglio di un’escalation di violenze.

L’attività investigativa, svolta dai Carabinieri della Stazione di Monteforte e del Nucleo Operativo della Compagnia di Baiano, coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino, era iniziata nel settembre 2018, dopo una richiesta estorsiva, in puro stile “camorristico”, avanzata da uno degli indagati, 26enne del luogo, il quale, pochi giorni dopo l’apertura di un’attività commerciale da parte della compagna del pachistano,  si presentava con fare arrogante presso il suo negozio, destando l’allarme della titolare e dei suoi genitori. Di lì a poco, il giovane straniero, informato di quanto avvenuto, riusciva a contattare il 'personaggio' a pochi passi dall’esercizio commerciale, per chiedergli spiegazioni in merito al suo comportamento, ricevendo a quel punto una richiesta inequivoca: “Devi darmi il 20% degli incassi dell’attività perché qui comando io!”.

Il malcapitato era stato costretto a salire a bordo della propria autovettura con il 26enne, al quale, lungo il tragitto percorso, si erano aggiunte altre due persone, e obbligato dapprima a dirigersi verso Napoli, poi a fermarsi in una zona isolata di Monteforte, dove era stato minacciato con una pistola. Minacce consistite nel prospettare danni ai beni e alla vittima, alludendo alla capacità di garantire a lui ed all’attività commerciale della compagna la "protezione", nonché invitandolo reiteratamene ad andare via dal territorio.

Dopo aver subito un vero e proprio sequestro di persona ed essere stato percosso alla testa con schiaffi e pugni, e dopo essere stato “liberato”, il 26enne aveva chiesto richiedendo l’intervento dei carabinieri. Da lì una vera e propria escalation criminale: secondo gli inquirenti, il giovane, i suoi  amici ed il “cognato” avrebbero organizzato la sera del 17 settembre 2018, armati di spranghe, bastoni, coltelli (poi rinvenuti nascosti in una siepe dai carabinieri), ed utilizzando anche un taser, una vera e propria spedizione punitiva nell’esercizio commerciale. Calci, pugni e schiaffi all'extracomunitario, che solo grazie all’intervento di altri cittadini pakistani, presenti nel locale, non aveva creato più gravi conseguenze.

Ora le misure cautelari, adottate in considerazione della gravità del movente dell’azione, finalizzala a realizzare attività di estorsione ai danni di cittadini che da poco avevano avviato un’attività commerciale sul territorio di Monteforte Irpino.