Supermarket di petardi per ultras di tutta Italia: patteggia

Due anni, pena patteggiata e sospesa per il 32enne di Ospedaletto. Assolto l'altro imputato.

Ospedaletto d'Alpinolo.  

 

di Andrea Fantucchio 

Un supermarket di petardi destinati alle tifoserie di mezza Italia. Decine di esplosivi artigianali sequestrati, per oltre quindici chili, e centinaia di fumogeni: “un arsenale” che la Digos di Avellino aveva scoperto in una abitazione di Ospedaletto d'Alpinolo, piccolo comune alle falde del Partenio, nel 2016. Oggi è arrivata la sentenza per i due imputati: il presunto “venditore” e il presunto “fornitore”. Il gup, Antonio Sicuranza, ha stabilito due anni con pena patteggiata e sospesa per E.A., 32 anni, difeso dagli avvocati Dario Vannetiello e Valeria Verrusio, mentre ha assolto M.I., 24 anni, rappresentato dall'avvocato Nello Pizza, che aveva deciso di essere giudicato con il rito abbreviato.

Il 5 ottobre del 2016 gli agenti della Digos avevano sequestrato, in casa del trentenne, dieci petardi di 354 grammi, quindici di 263 grammi, e diciotto di almeno 100 grammi, per un peso complessivo di oltre quindici chili, oltre a centinaia di fumogeni e torce a mano. I poliziotti erano arrivati a Ospedaletto nel corso di un accertamento disposto dal pm Andrea Padalino, in una inchiesta avviata dalla Digos torinese dopo l'esplosione di una bomba carta nel corso del derby Torino-Juventus.

Il decreto di perquisizione era stato firmato dal magistrato, nel corso di una udienza: un testimone aveva parlato per la prima volta del «supermarket di bombe carta e ordigni», che aveva sede proprio in provincia di Avellino. Il materiale è stato trovato dagli agenti della Digos in un locale attiguo al garage di una abitazione di Ospedaletto d'Alpinolo. Parecchia merce era già confezionata in pacchi, probabilmente pronti per essere affidati a un ignaro corriere. Nel corso dello stesso controllo erano state sequestrate anche delle post-pay, due telefonini e soprattutto dei quaderni con cifre e appunti: per l’accusa la lista degli acquirenti. Elementi che avevano dato corpo all'ipotesi degli inquirenti: ipotizzavano reati legati alla vendita e all’illegale detenzione a qualsiasi titolo di armi o parti di esse, di munizioni e di esplosivi.

Oggi dinanzi al gup, anche alla luce delle prove a carico dell'accusa, i difensori del 30enne hanno scelto di optare per un patteggiamento, che ha consentito all'imputato di poter usufruire della sospensione della pena. Per il 24enne l'avvocato Pizza ha chiarito come, nel corso delle indagini, non fossero emerse prove tali da sostenere la colpevolezza dell'imputato. Le intercettazioni – infatti – non erano così specifiche da poter determinare, oltre ogni ragionevole dubbio, il coinvolgimento del 24enne nei reati contestati. Per lui è così arrivata una assoluzione.