In camera il cadavere e il sangue: il racconto del testimone

La scena che si è presentata ai soccorritori. Le dichiarazioni del fratello della vittima.

L'uomo ha raccontato agli investigatori: «Quando sono arrivato mia sorella era morta. Mio fratello mi ha accoltellato».

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

In camera da letto il pavimento e i mobili erano sporchi di sangue. Sul letto, fra le lenzuola disfatte, giaceva il corpo senza vita di Giuseppina Bellizzi, accanto alla 78enne un cuscino: forse l'arma con il quale il fratello Luigi, 71 anni, le ha tolto la vita soffocandola. E' questa la scena che si sono trovati di fronte i carabinieri di Avellino quando sono arrivati al terzo piano del numero 18D di via Giulio Morra, nel popoloso quartiere di San Tommaso. La porta dell'appartamento era sbarrata. Chiusa dall'esterno da un altro fratello della vittima, di 68 anni, Gennaro: il sangue nella camera, probabilmente, è il suo. E' stato l'uomo, infatti, a chiamare i carabinieri dopo che il fratello maggiore - secondo il suo racconto - gli ha sferrato una coltellata. Nel tentativo di proteggersi il 68enne ha sollevato la mano sinistra che ha riportato gravi lesioni. Domani sarà operato all'ospedale Moscati di Avellino. I medici dovranno ricostruire i tendini che sarebbero stati recisi dal fendente. 

Proprio in ospedale il 68enne ha raccontato ai carabinieri e al pubblico ministero, Vincenzo Russo: «Mio fratello mi ha chiamato e fatto venire a casa di mia sorella: l’ho vista senza vita sul letto». A quel punto l'indagato, dopo una breve colluttazione, avrebbe sferrato la coltellata. Il 68enne era riuscito a fuggire ma non senza avere la freddezza di chiudere la porta a chiave. Uno dei misteri al vaglio degli investigatori ruota proprio intorno al motivo per cui il presunto omicida avrebbe attirato il fratello in casa: forse ha tentato di inscenare un malore della sorella per costruirsi un alibi. 

Le urla che provenivano dal terzo piano della palazzina hanno attirato il vicino del piano di sopra. L'uomo ci ha raccontato di essere andato via quando ha visto un carabiniere davanti alla porta. «Poi – ha aggiunto – dal balcone ho visto i carabinieri che portavano via l'indagato».

L'esame esterno del cadavere, condotto dal medico legale Elena Picciocchi, ha rilevato che le cause del decesso sarebbero riconducibili a un soffocamento. Anche se, la certezza definitiva sulle cause della morte, potranno arrivare solo dopo l'autopsia e le analisi disposte sul cuscino ritrovato accanto al cadavere.

Luigi Bellizzi, pensionato, ex dipendente dell'Inps di Bologna, da tempo si era trasferito in Emilia Romagna. Ma, da quando aveva divorziato con la moglie, tornava spesso ad Avellino e si “appoggiava” a casa della sorella. I loro litigi non sono passati inosservati. I vicini ci hanno raccontato di avere sentito più volte la donna gridare nei confronti del fratello che le chiedeva dei soldi. E proprio un rifiuto della signora, alle pressanti del richieste dell'indagato, potrebbe avere innescato la furia omicida. E' questa una delle piste seguite dai carabinieri del comando provinciale di Avellino, guidati dal colonnello Massimo Cagnazzo.

Già nelle prossime ore potrebbe arrivare la convalida del fermo per il 71enne che è stato interrogato. Appena fermato l'uomo avrebbe ammesso le sue responsabilità. Ai carabinieri, dopo aver aperto la porta dell'appartamento dove si è consumato il dramma, ha urlato: «Sono stato io! Sono stato io!». Nei prossimi giorni l’indagato dovrà comparire in aula per l'udienza di convalida dell'arresto: e in quell'occasione avrà la possibilità di offrire la sua versione. Non è stata ancora stabilita la data dell'autopsia. L'esame sarà fondamentale per accertare le cause del decesso. Poi la salma della donna sarà liberata e i familiari potranno organizzare il funerale. Giuseppina Bellizzi non aveva figli e abitava a San Tommaso da sempre. In quella casa che aveva condiviso col marito, ex impiegato della Provincia, e che non aveva abbandonato dopo la morte di lui. Quella stessa casa dove stamattina è stata assassinata.