Come si ricorderà, nell’inchiesta “Camorra Capitale” che ha rivelato la presenza della camorra nella città di Roma furono eseguiti ingenti sequestri. Inoltre, ben sessantuno furono le persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare coinvolte a vario titolo nella associazione camorristica e nella distinta associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, oltre che di riciclaggio e numerosi episodi di estorsione ed usura .
Ai vertici di entrambe le associazioni la procura distrettuale antimafia di Roma ha collocato il boss campano Domenico Pagnozzi, attualmente sottoposto al regime del carcere duro di cui all’art. 41 bis ordinamento penitenziario. La difesa di Pagnozzi, soprannominato il “professore”, “l’avvocato” e, di recente, “occhi di ghiaccio”, rappresentata dall’avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli, ha inoltrato ai giudice delle misure di prevenzione una articolata istanza, finalizzata a riconoscere il diritto di abitare la villa sotto sequestro, sita in San Martino Valle Caudina, in favore della moglie e dei figli del boss.
La innovativa tesi della difesa chiedeva la estensione della disciplina prevista per il fallito nei confronti di coloro che subiscono sequestri in materia di misure di prevenzione. Ebbene, la tesi non solo è stata condivisa dal Tribunale di Roma ma è stato anche disposto che l’utilizzo della villa bifamiliare avvenga senza il pagamento del canone di locazione.