di Andrea Fantucchio
Il processo delle false residenze nel comune irpino di Torre Le Nocelle si chiude con un'assoluzione per tutti gli otto imputati. Erano accusati di aver attestato il falso per ottenere l'iscrizione della residenza all'anagrafe del paese, grazie alla complicità di un vigile anche lui finito a processo. Ma il giudice Sonia Matarazzo ha invece deciso, come detto, un'assoluzione piena per tutti: «Il fatto non sussiste». Così come richiesto dalla difesa degli imputati rappresentata dagli avvocati Marino Capone, Annibale Schettino, Benedetto Vittorio De Maio, Domenico Santaniello, Alfredo Cretella e Nicola Giovanni Saetta.
Il processo nasce da un'indagine del 2011. Nel mirino alcuni accertamenti per i requisiti per l'iscrizione all'anagrafe. Sotto inchiesta erano finiti in otto, fra i quali un vigile urbano accusato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Per gli altri l'addebito era di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.
Durante il processo grazie all'escussione di alcuni testimoni e a delle consulenze, le difese avevano provato l'infondatezza dell'accusa. E sostenuto come non fosse stato realizzato alcun falso. Inoltre i difensori sono riusciti a evidenziare la poca concordanza degli elementi forniti dall'accusa. Alla fine anche il Procuratore, nella sua requisitoria, aveva chiesto l'assoluzione per tutti gli imputati. Assoluzione che poi è stata decisa anche dal magistrato che ha assolto G.S., 38 anni, E. D. D. R., 61 anni, M. D.E., 59 anni, R.M., 55 anni, S.C. e G.C., di 26 e proprio il vigile urbano, il 64enne C.C..