di Andrea Fantucchio
Uno dei giorni più belli della sua vita gli era costato un processo. Non doveva trovarsi in auto a quell’ora, al fianco della moglie che stava partorendo. La misura di prevenzione gli imponeva infatti di essere a casa per le otto di sera. Ma la gioia di essere padre aveva avuto il sopravvento e quando i carabinieri lo avevano fermato era stato inutile ogni tentativo di chiarimento. Così, mentre la moglie partoriva, lui veniva denunciato. Il tribunale di Avellino ha posto fine al calvario giudiziario di C.S., di Caposele, assolvendolo. La difesa, rappresentata dall’avvocato Alfonso Sturchio, ha dimostrato lo stato di necessità alla base del comportamento dell’imputato (il figlio era nato la mattina dopo il fermo). Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione. Il giudice Sergio Ceraso ha invece accolto la tesi del difensore assolvendo l’imputato.