"Chiedevano di prendere una rosa, poi svaligiavano il negozio"

Comandante della stazione di Montella ha raccontato in aula di due furti avvenuti in Alta Irpinia.

Montella.  

 

di Andrea Fantucchio 

“Scusa mi fai vedere quella rosa lì?”, e mentre la commessa andava a prendere il fiore indicato, nella parte più lontana del negozio, le due donne rubavano i soldi nella cassa. Lo ha raccontato il comandante della stazione di Montella, il luogotenente Stefano Nazzaro, ascoltato questa mattina in aula nel processo per furto aggravato dalla destrezza a carico di una 24enne. Nata a Palestrina, provincia di Roma, ma di origine gitana con a carico segnalazioni per reati contro il patrimonio.

La vicenda giudiziaria scaturisce da due furti avvenuti, a distanza ravvicinata, nel 2015. A essere presi di mira un negozio di fiori di Nusco e uno di abbigliamento a Montella. Modalità simili quelle descritte dalle vittime agli investigatori.

“Le due titolari del negozio erano state ingannate allo stesso modo. Due donne erano entrate negli esercizi commerciali. Una chiedeva alla commessa di mostrare degli articoli in vetrina. L’altra, in pochi minuti, sottraeva la refurtiva. In entrambi i casi sono stati portati via 500 euro, destinati ai fornitori dei negozi. Ad attirare la nostra attenzione era stata proprio la dinamica dell'accaduto: ci ha fatto ipotizzare che potesse trattarsi delle stesse ladre”, ha spiegato il testimone.

Per l’identificazione dell’imputata si è rivelato fondamentale l’utilizzo dell'applicazione biometrica utilizzata dall’Arma, Weblaser. Grazie ai dati forniti dalle due denuncianti è stato possibile tracciare degli identikit delle presunte ladre. La rosa di profili sospetti è stata poi sottoposta all’attenzione delle due negozianti che hanno riconosciuto la 24enne finita a processo. Nella prossima udienza sarà lasciato spazio alla difesa della ragazza che avrà l’occasione di provare a chiarire la sua posizione anche grazie all’escussione di alcuni testimoni. Intanto non si sono mai fermate le indagini per risalire alla presunta complice dell’imputata.