Monteforte, molestie sessuali a una 15enne: assolto meccanico

Era accusato di violenza aggravata a carico della figlia della compagna.

L'udienza è nata in seguito alla denuncia della quindicenne: ha raccontato due episodi nei quali sarebbe stata molestata. Sempre a casa della madre. La difesa, rappresentata dall'avvocato Gaetano Aufiero, ha evidenziato tutte le incongruenze.

Monteforte Irpino.  

 

di Andrea Fantucchio 

Assolto dall'accusa di violenza sessuale aggravata per non aver commesso il fatto. La decisione del giudice per le udienze preliminari, Fabrizio Ciccone, per un meccanico 51enne di Monteforte Irpino, rappresentato dall'avvocato Gaetano Aufiero. L'uomo ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato.

Come è nato il processo

La vicenda giudiziaria è nata in seguito alla denuncia della figlia della compagna dell'imputato, all'epoca dei fatti poco più che quindicenne. A marzo la ragazza aveva raccontato ai carabinieri di essere stata palpata dal 51enne nelle parti intime in due occasioni, a gennaio 2016 e a marzo 2017, sempre a casa della madre. Due mesi dopo c'era stato l'incidente probatorio durante il quale la minore aveva confermato le accuse, seppure con qualche contraddizione rispetto a quanto emerso nella prima denuncia.

L'udienza di questa mattina

Questa mattina l'imputato è stato interrogato. Ha raccontato che la figlia della compagna aveva probabilmente nei suoi confronti motivi di astio: lui aveva raccontato alla madre che la giovane faceva uso di sostanze alcoliche. E la donna lo aveva riferito al padre della quindicenne. Il pubblico ministero Roberto Patscot ha chiesto l'assoluzione, ritenendo convincenti le motivazioni dell'imputato.

La discussione della difesa

Numerose le incongruenze evidenziate dalla difesa nel racconto della ragazza. A partire dal luogo nel quale sarebbero stati consumati i presunti abusi (inizialmente aveva detto sul divano, poi ha raccontato che stava in piedi). Le molestie sarebbero avvenute all'ora di pranzo. Quando, come evidenziato dalla difesa, l'uomo non era a casa ma nell'officina dove lavorava. Inoltre – questo ha ribadito il difensore - era singolare che la giovane nell'immediatezza dei fatti non avesse raccontato nulla ai familiari, facendo passare diversi mesi prima di raccontare tutto.