Irpinia, dipendente comunale pestato brutalmente: un indagato

Domicella. Chiuse le indagini a carico di un 33enne. Tutto è nato dalla denuncia di un dipendente.

La denuncia del dipendente comunale risale a ottobre. L'indagato lo avrebbe inseguito in auto e pestato brutalmente per un appalto. Riteneva di non averlo ottenuto proprio a causa dell'architetto.

Domicella.  

 

di Andrea Fantucchio 

Ha raccontato di essere stato insultato e picchiato violentemente. Lui è un dipendente comunale che l'aggressore avrebbe ritenuto responsabile della mancata concessione di un appalto: un danno che aveva quantificato in circa cinquemila euro. Così avrebbe inseguito la vittima in auto per poi percuoterla. Questa è la testimonianza resa da un architetto del Comune di Domicella agli agenti del commissariato di Lauro. Era così scattata l'indagine della polizia. Mesi di pedinamenti e intercettazioni, un indagato. Si tratta di un 33enne di Maddaoloni che abita a Tufino. I reati ipotizzati nei suoi confronti: minacce, lesioni aggravate e tentata estorsione.

L'indagine

Come detto, l'indagine è nata dalla denuncia del dipendente comunale, che risale al mese di ottobre. All'epoca aveva spiegato che l'indagato si sarebbe presentato in Comune per chiedere delucidazioni su una gara d'appalto che riguardava la fornitura di generi alimentari. Settore nel quale il 33enne è impegnato. L'uomo, non convinto dalle parole dell'architetto, lo avrebbe offeso e minacciato, ritenendolo il principale responsabile del mancato affidamento dell'appalto. Andandosene avrebbe poi chiesto spiegazioni su i 5mila euro che avrebbe investito per vincere il bando. Il 33enne – secondo la versione della vittima – avrebbe poi atteso la fine del turno di lavoro dell'architetto per inseguirlo e fermarlo mentre era alla guida dell'auto. Il professionista avrebbe inutilmente tentato di tranquillizzare il 33enne, che lo avrebbe picchiato, costringendolo  a raggiungere il pronto soccorso a causa dei colpi rucevuti al volto.

Cosa succede ora

L'indagine si è conclusa, ora la perona chiamata in causa ha venti giorni per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogato. Poi toccherà alla Procura scegliere se richiederne il rinvio a giudizio.