di Andrea Fantucchio
Sono stati tutti rinviati a giudizio – il processo inizierà il prossimo 21 marzo – i quattro imputati, fra i quali ex poliziotti, accusati di aver costituto un'associazione a delinquere, che operava fra Montella e Bolzano, finalizzata alla truffa, al millantato credito e alla sostituzione di persona. A questi va aggiunto un quinto, si tratta di un carabiniere assistito dall'avvocato Giuseppe Rando, per il quale è caduta l'accusa di associazione a dilinquere. Nei confronti dell'imputato è ipotizzato il reato di truffa relativa a un unico episodio, per il quale lo stesso non è stato denunciato dalla persona offesa ma d'ufficio dal maresciallo che ha raccolto la querela. Inoltre - il carabiniere - si è sempre professato innocente e ha ricordato di aver denunciato altri due imputati, coinvolti in questo processo, alla Procura di Bolzano prima che l'indagine fosse condotta dai carabinieri del comune irpino.
La lista degli imputati si apre con A.C., 58 anni, di Montella, ex vice sovrintendente della polizia di stato in congedo per inabilità fisica, sarebbe stato il promotore e il gestore dell'associazione. E' a casa sua che sarebbero stati organizzati i corsi. Più volte si sarebbe presentato come prefetto, funzionario, dirigente della polizia di stato, vertice dei servizi di sicurezza ed informazione dello Stato, spacciandosi come membro di Sisme e Sisde; e prosegue con M.D.G., 63 anni, di Cassano Irpino, ex sovrintendente della polizia di stato, era indicato come il “factotum” di A.C, gli avrebbe fatto d'autista e sarebbe stato presente a diverse lezioni degli aspiranti agenti segreti poi truffati.
Nell'elenco compaiono poi A.G., 34 anni, di Torella dei Lombardi, praticante avvocato, per l'accusa più volte si sarebbe presentato come “Avvocato della presidenza dei Ministri”, incaricato di effettuare docenza nei corsi organizzati, selezionare ed esaminare gli aspiranti candidati, predisporre modulistica e documenti fasulli; R.G., 48 anni, di Livorno, collaboratore tecnico della polizia di stato, per gli inquirenti doveva trovare i clienti che volevano partecipare ai corsi e custodire dossier e documentazione personale in un caveau a Livorno.
Per M.S., di Roma, maresciallo dei carabinieri, l'accusa è relativa a una presunta truffa per 1500 euro.
I corsi, secondo quanto emerso dall'indagine condotta dai carabinieri di Montella coordinati dall'allora colonnello Enrico Galloro e dal luogotenente Stefano Nazzaro, sarebbero stati effettuati nell'appartamento di A.C. A Montella e a Bolzano nell'abitazione di R.G. Le vittime preferite della presunta associazione , questo sostengono gli inquirenti, sarebbero stati ex membri delle forze dell'ordine e delle forze armate.
Nell'udienza di marzo gli imputati, rappresentati dai penalisti Olindo Paolo Preziosi, Benedetto Vittorio De Maio, Gaetano Aufiero, Giuseppe Rando e Thomas Daniel, proveranno a chiarire la propria posizione e a dimostrare l'infondatezza delle accuse formulate a loro carico, tentando di dimostrare la poca concordanza degli elementi raccolti in fase d'indagine.