Orrore a Grottaminarda, la polizia denuncia un uomo

E nella Valle del Cervaro, a Greci un altro grave episodio

Maltrattamento di animali, un fenomeno purtroppo che non risparmia l'Irpinia...

Grottaminarda.  

 

di Gianni Vigoroso

Una cagna segregata, disidratata e alla catena, un cucciolo morto ed altri in fin di vita tra larve, mosche e rifiuti, in un ambiente squallido e vomitevole.

Orrore a Grottaminarda, dove solo grazie all’intervento della Polizia di Ariano Irpino, sollecitato da una donna insieme ad una coppia di giovani è terminato il supplizio per i poveri animali. Una scena raccapricciante, quella che si è presentata agli occhi degli agenti accorsi su disposizione del vice questore Maria Felicia Salerno, da sempre molto sensibile al triste tema del randagismo e dei maltrattamenti agli animali.

Un vero e proprio lager in aperta campagna quello portato alla luce. Niente acqua e cibo, come cuccia un vecchio frigorifero smantellato. Una situazione a dir poco sconcertante che andava avanti da diversi mesi. In tanti forse sapevano, ma nessuno aveva avuto fino a ieri il coraggio di denunciare. Ieri mattina la svolta. La Polizia dopo aver constatato la gravità della situazione, ha rintracciato  sul luogo di lavoro il proprietario e lo ha denunciato. “Non ho tempo per accudirli”, avrebbe detto il 49enne agli agenti. Gli animali sono stati presi in custodia e subito affidati a persone generose dopo essere muniti di microchip. Uno dei cuccioli è attualmente  in terapia endovenosa. Sul posto, insieme alla Polizia, il servizio veterinario dell’Asl e la Polizia Municipale..

E nella Valle del Cervaro un cane è stato investito da un giovane del luogo nella zona Greci scalo. L’episodio avvenuto sotto gli occhi di un testimone è stato denunciato alla locale stazione dei carabinieri. Sempre a Greci qualche settimana, qualcuno ha tentato nuovamente di avvelenare un cane di quartiere amato da tutti poi salvato in extremis. Storie di maltrattamenti, avvelenamenti e abbandono che sono purtroppo all’ordine del giorno. E' soprattutto nelle zone di campagna che molti cani vengono tenuti alla catena o alla corda, in condizioni di estrema crudeltà.