di Andrea Fantucchio
L’appello estremo di un uomo disperato. Pronto a donare un rene in cambio di un lavoro. Una richiesta irrealizzabile ma emblematica. L’uomo in questione lo abbiamo già intervistato per Ottopagine.it: si tratta di Franco Amoriello. Lavoratore, o meglio, ex lavoratore socialmente utile presso le cooperative legate al Comune di Cervinara. Due figli a carico, una moglie disoccupata, l’unica entrata rappresentata da un sussidio per la sua invalidità. Una cifra inferiore a trecento euro.
Da due anni Amoriello conduce la sua battaglia, fra cortei e scioperi della fame, per chiedere un lavoro. Inutile cercare un confronto con l’amministrazione di Cervinara del sindaco Filuccio Tangredi.
Secondo la ricostruzione di Franco, che ora ha deciso di adire alle vie legali, ci sarebbero dei dissidi personali alla base dei rapporti compromessi col primo cittadino. Dovuti al fatto che, l'ex lavoratore socialmente utile, durante le precedenti amministrative ha appoggiato una lista contraria a quella dell’attuale sindaco. Racconto, è chiaro, tutto da verificare.
Oggi Franco scrive: «In cambio di un lavoro sono disposto a donare un rene. Sono un padre di famiglia ho 49 anni e rivoglio la mia dignità. Chiedo un lavoro onesto, lontano da un passato dal quale mi sono separato dopo aver pagato per le mie scelte. Non voglio essere reclutato dalla manovalanza della criminalità organizzata, solo stare con la mia famiglia e assicurare loro la dignità e il rispetto che meritano. Non voglio che i miei ragazzi siano etichettati come “i figli di un delinquente”».
La storia di Franco è il viaggio difficile di un uomo che sta cercando di squarciare, in solitudine, il muro di gomma dei pregiudizi che, in piccole comunità come Cervinara, è ancora più spesso.
Franco non può chiedere direttamente lavoro, visti i suoi precedenti, senza incorrere nel rischio che la sua richiesta venga considerata una coercizione.
La sua storia è stata presa in carico dall’avvocato Dimitri Monetti, ex sindaco di Cervinara. Il legame ha già consegnato il fascicolo riguardante la storia di Franco agli uffici dell’Anac (Associazione nazionale anti-corruzione).
Il dramma di questo padre disperato, anche grazie al supporto mediatico offerto dal nostro sito, è arrivato all’attenzione del Prefetto avellinese Maria Tirone che ha voluto prontamente incontrare Monetti. E ora spinge affinché tutti i protagonisti della vicenda, a partire dall'amministrazione Tangredi, si incontrino per trovare una soluzione.
Un impegno, quello della Tirone, non emulato, al momento, dalle istituzioni locali. Così i tempi si protraggono e sullo sfondo resta il dramma umano di un uomo che non sa come "mandare avanti" la propria famiglia. Due figli a carico, una moglie disoccupata che lo vuole bene e combatte affinché il marito non compia gesti estremi.
In passato Franco ha anche messo in atto uno sciopero della fame durato oltre venti giorni che ha compromesso le sue condizioni di salute. Un altro gesto estremo che cristallizza il dramma di questo padre disperato.
Anche alla luce di un muro, quello alzato dalle istituzioni, che per varie ragioni non riescono a svolgere il compito per il quale esistono: assicurare e tutelare l’incolumità fisica e psichica di tutti i cittadini che rappresentano.
Eppure, stando almeno a una delibera sottoscritta in estate, il Comune di Cervinara ha destinato oltre 500mila euro proprio all’inclusione dei soggetti socialmente svantaggiati, quali invalidi fisici e psichici, tossicodipendenti, ex detenuti in ospedali psichiatrici e anche giudiziari. Una cifra che però, allo stato attuale, non ha ancora permesso di trovare una soluzione per il dramma di Franco. Una storia, la sua, incastonata in un quadro storico purtroppo ricco di drammi lavorativi poi sfociati in tragedia. In tanti hanno negli occhi le scene, purtroppo drammatiche, avvenute a Como.
Dove un padre disoccupato ha dato fuoco alla propria abitazione uccidendo i suoi figli. Un uomo distrutto perché, dopo essere stato licenziato, non era più riuscito a trovare lavoro e temeva che gli avrebbero portato via il suo tesoro più prezioso: quei bambini che adorava. Poi un destino maledetto, che spesso si diverte a mischiare le carte in un modo comprensibile agli esseri umani, ha condotto l’uomo al gesto estremo che si è ripercosso anche sui suoi figli in modo drammatico.
Proprio per evitare simili tragedie le istituzioni non possono girare lo sguardo altrove quando ci sono situazioni, come quelle di Franco Amoriello, che necessitano di attenzione e interventi immediati che la buona politica dovrebbe sempre assicurare.