di Andrea Fantucchio
Sospetto caso di tubercolosi in provincia di Avellino. Questa mattina una quindicenne di Salza Irpina è stata ricoverata all’ospedale San Giuseppe Moscati. Per completare la diagnosi, bisognerà attendere l’esito degli esami ai quali la giovane è stata sottoposta. Dovrebbero essere sufficienti un altro paio di giorni.
La notizia si è velocemente diffusa nel paese della ragazza. E, inevitabilmente, è tornata la preoccupazione, pensando a quanto accaduto nei giorni scorsi.
Ricorderete il caso di un dodicenne di San Potito Ultra ricoverato perché affetto da TBC. Ricovero al quale è seguita la chiusura della scuola avellinese, Leonardo Da Vinci, dove il ragazzino è iscritto. L’istituto scolastico, dopo essere stato sottoposto ai controlli e screening previsti, è stato riaperto la scorsa settimana.
Qualche giorno dopo il trasferimento del dodicenne all'ospedale Moscati, il Prefetto Carlo Sessa ha parlato di due immigrati, ospitati in una struttura di San Potito, portatori sani di TBC e di un cittadino rumeno sottoposto a TSO (trattamento sanitario obbligatorio) perché, nonostante avesse manifestato i sintomi della tubercolosi, ha più volte rifiutato il ricovero in ospedale. L’uomo, come disposto dal commissario prefettizio di San Potito Ultra, Mario La Montagna, è stato poi trasportato all'ospedale "Da Procida" di Salerno.
Intanto è rimasto inascoltato l’appello del reparto di malattie infettive del Moscati che, attraverso il primario, Nicola Acone, ha saggiamente suggerito alla Prefettura di indire un tavolo con i primi cittadini e gli organi sanitari preposti per evitare allarmismi e chiarire quanto stia accadendo in Provincia.
I numeri, infatti, avvalorano quanto detto dal medico: i ricoveri per tubercolosi sono in linea con quelli degli ultimi tre anni. A generare tutta la preoccupazione sono stati gli otto casi registrati in Campania dall'inizio del 2017 e il fatto che a essere coinvolti siano stati anche dei giovanissimi.