Quel corpo rimasto a terra per ore tra rabbia e dolore

Competenze da definire e ritardi vari, dolore su dolore dopo la tragica morte del povero Giuseppe

Solo prima di andare via scopriamo che gran parte del tempo si è perso per capire se il punto esatto in cui ha perso la vita Giuseppe fosse territorio di Flumeri o Ariano Irpino. Dubbio chiarito definitivamente solo mediante un rilievo gps...

Flumeri.  

Anche il sole si è stancato di attendere, è andato via cedendo il posto alla luna in una triste, rabbiosa e infinita attesa. Tra competenze da definire e ritardi burocratici vari in quel fazzoletto di terra tra Ariano e Flumeri il corpo senza vita di Giuseppe Capobianco  è rimasto circa quattro ore tra la rabbia comprensibile dei familiari affranti da un  dolore che niente e nessuno potrà mai colmare. (Tutto è documentato dalla sequenza di foto da pomeriggio a sera.)

"Se fosse stato forse il figlio di un potente, lo avrebbero rimosso subito ma noi non siamo nessuno." Hanno ripetuto più volte queste parole tra lacrime e tensione i familiari, lungo quella stradina di campagna in cui un destino beffardo, ha strappato per sempre all'affetto di tutti la vita di un giovane di soli 24 anni.  

Un fulmine a ciel sereno, chi lo avrebbe mai immaginato di ritrovarsi improvvisamente a piangere un figlio, il loro unico figlio, dopo una giornata di festa e di sudore nei campi. "Voglio morire, voglio morire, ditemi che non è vero, che non è Giuseppe, come farò senza di te figlio mio." E' il pianto di mamma Sonia, disperata e stremata, che ha commosso tutti. "E pensare che l'avevi messa in vendita quella moto figlio mio bello." E' di due giorni fa il suo annuncio sulla pagina facebook, Baronia e dintorni.

Si avvicina a noi con garbo e rispetto per il nostro delicato lavoro, soprattutto in circostanze come queste, una donna, parente di Giuseppe: "E' inconcepibile ciò che sta accadendo. Non vi è neppure un'ambulanza qui sul posto, guardate in che condizioni è suo padre. Può collassare da un momento all'altro. Si è fatto buio e siamo ancora qui, il corpo di Giuseppe e vi prego di documentare tutto è ancora in quella scarpata. Cosa si aspetta per rimuoverlo, vi sembra normale tutto questo ritardo? Non è giusto."

Sono le 21 quando all'impresa di onoranze funebri Ave Maria di Grottaminarda viene ordinato di raggiungere l'obitorio dell'ospedale Rummo di Benevento. Giuseppe se ne va per sempre da quel posto maledetto. Poco dopo viene prelevata la sua moto dal soccorso Aci di Gabriele Bello e il dolore diventa ancora più cupo nel vederla spezzata nella parte anteriore, all'altezza dello sterzo. A  testimonianza di quell'urto violentissimo con la Fiat Punto al cui interno vi erano due giovani: Giuseppe Lo Visco, del luogo, e Paolo Corlito, di Castelbaronia, trasportati in ospedale ad Ariano Irpino. Il dolore del sindaco di San Nicola Baronia Francesco Colella presente sul teatro del dramma: "Sono tragedie che toccano il cuore, esprimo tutta la mia vicinanza ai familiari in questo momento di grande dolore e sofferenza."

Solo prima di andare via scopriamo che gran parte del tempo si è perso per capire se il punto esatto in cui ha perso la vita di Giuseppe fosse territorio di Flumeri o Ariano Irpino. Dubbio chiarito definitivamente solo mediante un rilievo gps. 

Un giovane centauro di Sturno insieme ad alcuni amici, è rimasto tutto il tempo fermo sul ciglio di quella strada, incredulo e frastornato dopo l'accaduto, avrebbero dovuto trascorrere un pomeriggio di primavera con Giuseppe ma la vita ha riservato tutt'altro ed è stata davvero ingiusta e maledettamente beffarda. Una famiglia onesta fatta di persone dedite al lavoro e sacrifici, che non meritava tutto questo.

Gianni Vigoroso