Frode da otto milioni, imprenditore nei guai. Ma è un errore

La commissione tributaria fa a pezzi il castello accusatorio. Era tutto in regola.

La vicenda risale al 2011 e ha coinvolto tre aziende irpine: Officina Leone, l'European Relax e la Cmb. Per i giudici era tutto in regola.

Flumeri.  

Era finito nei guai per una presunta truffa da otto milioni di euro. Un maxi giro di fatture false e società cartiera. La classica frode carosello. Consumata nella zona di Flumeri e finita sotto la lente di ingrandimento della guardia di finanza di Ariano e dell'Agenzia delle entrate.

Una vicenda che si sarebbe consumata tra il 2007 e il 2011.

Una storia che ha suscitato in Irpinia, ma non solo, un enorme clamore.

Una inchiesta che però, non ha retto alla prova dibattimentale. I giudici della Commissione tributaria di Napoli – sezione staccata di Salerno – hanno accolto l'appello delle tre società sotto esame, e rigettato i ricorsi proposti dalla direzione provinciale di Avellino dell'agenzia delle entrate.

Cosa significa? Che sono stati annullati gli avvisi di accertamento per otto milioni.

Il Collegio – accogliendo la tesi sostenuta dagli avvocati dello studio Castellano, che assiste l'imprenditore -, ha di fatto smantellato l'intero impianto accusatorio.

Infatti, si legge nelle motivazioni della sentenza, «risulta evidente la veridicità di tutte le operazioni contestate, così come i rapporti fra le tre società in esame e i rispettivi fornitori».

Le aziende in questione sono la Officina Leone, l'European Relax e la Cmb. Per i giudici «hanno presentato correttamente tutta la documentazione contabile e dimostrato la totale infondatezza» delle accuse.

L'inchiesta era partita dopo una verifica della finanza sulle attività delle aziende. Per gli investigatori la European Relax e la Cmb non erano altro che cartiere della Officine Leone. In pratica le presunte scatole vuote avrebbero annotato nella contabilità ufficiale delle fatture false emesse da vari fornitori. L'obiettivo: procurarsi un indebito credito di imposta ai fini dell'Iva e dei costi deducibili (Ires e Irap), per consentire l'emissione di fatture di vendita nei confronti dell'unico cliente. Le Officine Leone, appunto.

Una tesi, come detto, fatta a pezzi dalla Commissione tributaria.