Botte e morsi nell'asilo. La maestra patteggia la pena

Milena Ceres la maestra originaria di Caposele eviterà il carcere. Famiglie deluse

Si conclude così il procedimento a carico di Milena Ceres arrestata nel luglio scorso. L’accusa: aver dato morsi, schiaffi, strattoni ai danni di piccoli tra i dieci mesi e i tre anni

Caposele.  

Milena Ceres, al centro dell'inchiesta sui maltrattamenti nei confronti di 14 bambini di un asilo a Milano, ha deciso di patteggiare 2 anni e 9 mesi, evitando così il carcere.  Venne arrestata nel luglio scorso. 

La coordinatrice dell’asilo originaria di Caposele, in provinica di Avellino, avrebbe preso a morsi, insultato e schiaffeggiato i piccoli. La donna, si trova agli arresti domiciliari e ora con il patteggiamento - con buona probabilità - eviterà il carcere. La difesa, nei prossimi giorni, chiederà la revoca al gup della misura cautelare dei domiciliari (scontata visto l’accoglimento del patteggiamento ndr) e richiederà, poi, l’affidamento in prova ai servizi sociali per fare scontare la pena alla donna.

Secondo l'accusa i piccoli sarebbero stati segregati anche per quattro ore al buio dentro il gabinetto. Altri piccoli sarebbero stati prigionieri delle culle ricoperte di cinghie ben strette, tra orecchie tirate, insulti, fino ai morsi. L’impianto accusatorio è supportato da ampio materiale audio e video. Vennero piazzate, infatti, telecamere nascoste per consentire di ricostruire quanto sarebbe avvenuto all'interno di quella struttura. 

"Questo patteggiamento è uno schiaffo per le famiglie - è il commento di Ilaria Maggi, presidente de La Via dei Colori associazione che assiste le vittime di maltrattamenti -. Con una pena così breve la maestra, senza un giorno di carcere e in breve tempo, potrebbe tornare a esercitare la sua professione". Resta indagato, invece, Enrico Piroddi, titolare dell’asilo (oggi chiuso e sotto sequestro ndr), anche lui accusato di maltrattamenti nell’ambito della stessa vicenda.

LE DENUNCE. A dare il via alle indagini era stata una doppia denuncia, a inizio maggio, di due dipendenti che si erano dimesse andando poi dai carabinieri a denunciare che cosa stava succedendo sul loro posto di lavoro. Il 27 luglio scorso gli investigatori avevano assistito, tramite le telecamere nascoste, a un «morso» a un bambino e avevano deciso di intervenire in flagranza di reato ammanettando la maestra.

LE TELECAMERE NASCOSTE. Nei tre mesi precedenti gli obiettivi delle telecamere avrebbero immortalato una sequenza di morsi, schiaffi, strattoni ai danni di piccole vittime, tutte di età compresa tra i dieci mesi e i tre anni.ù

LE INTERCETTAZIONI. Alcune intercettazioni telefoniche in mano alla Procura confermarono gli abusi ripresi dalle telecamere e i tentativi di nasconderli. Conversazioni come la seguente. Piroddi: «La bambina si è svegliata con dei segni rossi in faccia... Volevo capire se era un tuo schiaffo». Ceres: «No, io gliel’ho dato in testa e non in faccia». Piroddi: «Ok, non era...». Ceres: «No... Glielo ho dato in testa e non in faccia, non sono così stupida... Metti un po’ di cremina... Devi dire alla mamma che mentre giocava si è fatta male».