“Il pozzo in località Scorza? Un buco nell'acqua”. E' questo il “succo” della nota del circolo cittadino di Legambiente “Soli offerens” di Solofra. Una nota è stata indirizzata al Prefetto di Avellino ed al Sindaco di Solofra chiedendo “notizie aggiornate sulla realizzazione del pozzo che doveva essere completato in 90 giorni dall'affidamento dei lavori avvenuto il 27/07/2015. Lavori che continuano senza però che la cittadinanza abbia avuto riscontri ufficiali sui risultati raggiunti, tantomeno durante i vari consigli comunali in seguito alle mozioni mosse dalla minoranza”. “In seguito alle segnalazioni di molti cittadini, con difficoltà a godere del servizio di fornitura idrica potabile, per chiedere chiarimenti riguardo l’interruzione continua e reiterata nel tempo, dell’erogazione di acqua per uso domestico in varie zone del paese di Solofra, soprattutto nelle zone alte”. Ed ancora. “L'acqua, bene indispensabile per la vita di ogni essere vivente, non riproducibile ed esauribile, è il bene comune per eccellenza e come tale appartiene alla sfera dei diritti inalienabili. La stessa Costituzione Italiana all’art.2 prevede che 'La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale'. Così come l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione del 28/07/2010 'Il diritto umano all'acqua e ai servizi igienico-sanitari di base” dichiara “il diritto all'acqua potabile e sicura ed ai servizi igienici un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani'. Ma la stessa Amministrazione Attuale con Delibera di Consiglio Comunale del Comune di Solofra n.28 del 05.07.2012 (e successiva n.46 del 04.11.2015), ha inserito nello Statuto Comunale all’art.3 il comma 6 sottolineando che 'Il comune tutela l’acqua come preminente ed ineludibile bene pubblico a vantaggio della collettività…'. I soci del Circolo di Legambiente Solofra, ricordano come lo stesso Prefetto Sessa aveva il 5 giugno 2014, a sei mesi dallo scoppio dell’emergenza PCE e dalla chiusura dei pozzi contaminati, durante un tavolo tenuto presso la Prefettura di Avellino aveva indicato il possibile 'sorgere situazioni di crisi idrica, per lo più dovute a problemi legati alla vetustà delle reti idriche' evidenziando una 'situazione di pre-allarme'”.
Redazione