Irpinia e Sannio insieme in marcia contro il petrolio

In mille a Gesualdo, provenienti anche da Napoli e dalla Basilicata

Gesualdo.  
Sono partiti alle 15,30 in punto da Piazza della Fiera nel centro del comune di Gesualdo e da qui attraversando il paese in salita con striscioni e slogan. Il fiume umano si è via via ingrossato. Ad ogni fermata, come una inusuale e rumorosa via crucis, arrivavano nuove bandiere. Circa mille persone hanno partecipato al corteo per dire “no al petrolio” e sì ad un'altra idea di sviluppo per questo territorio. Una grande marcia, come un anno fa, sempre qui a Gesualdo, per schierarsi dalla parte dell'ambiente, a difesa della vocazione agricola di questa terra. La sosta più lunga davanti al sito industriale dismesso che la compagnia petrolifera Cogeid ha scelto per realizzare il primo pozzo esplorativo a Gesualdo per il quale si attende ancora la Valutazione di impatto ambientale della Regione Campania. L'area interessata dal progetto di ricerca Gesualdo 1 si estende su una superficie di quasi 700 chilometri quadrati e comprende 47 comuni campani, di cui 46 ricadenti nella provincia di Avellino e uno nella provincia di Benevento. Nel Sannio sono ben quattro i progetti di ricerca di idrocarburi. L'area coinvolta, oltre ad essere il primo bacino imbrifero nazionale è altamente sismica. Per tutte queste ragioni si è tornati in piazza ma questa volta, a differenza dello scorso anno, non c'erano sindaci, né parlamentari, Nè rappresentanti delle istituzioni. Un'assenza che pesa in questa fase della protesta – hanno sottolineato i membri dei comitati – e che restituisce la sensazione che il territorio sia stato abbandonato al suo destino di distretto energetico del meridione.
Insieme ai comitati sorti per dire no alle trivellazioni ha sfilato anche la Cgil, Rifondazione Comunista, Sinistra ecologia e libertà, il Movimento Cinque Stelle, una delegazione provinciale del partito Democratico Irpino. Per rivendicare l'importanza della tutela dei luoghi e delle eccellenze hanno marciato numerosi esponenti di Slow Food e Colline dell'ufita e i rappresentanti del Consorzio di Tutela dei vini irpini. E poi, numerosi, anche i gruppi No Tav e i comitati che si oppongono all'inceneritore di Giugliano, quelli contro la discarica di Chiaiano, i cassintegrati Fiat di Pomigliano d'Arco, e in tanti sono arrivati anche dal Vallo di Diano e dalla Basilicata. Un unico grande movimento di difesa dell'ambiente che si riunirà nuovamente il prossimo 18 gennaio, nel Vallo di Diano, per ribadire le ragioni della protesta e costituire il primo grande movimento No Triv del Sud Italia.