La Sala Penta della Biblioteca Provinciale Scipione e Giulio Capone di Avellino ha ospitato il convegno "Una lunga fedeltà: Annamaria Carpenito Vetrano" in ricordo della storica direttrice della Biblioteca del capoluogo irpino. Il dibattito è stato moderato dal direttore di OttoChannel Pierluigi Melillo. "Le istituzioni funzionano, realizzano i loro obiettivi solo se ci sono persone che riescono a realizzarli. - ha affermato il presidente del Consiglio di Amministrazione Biogem, il professore Ortensio Zecchino - La prima considerazione si lega al valore delle persone. Nulla si realizza in automatico, la capacità dell'individuo è essenziale. C'è una bella espressione di Croce sulla polemica legata alla storia e a quali sono i protagonisti: 'si badi bene che se si cancella l'individuo dalla storia si cancella con esso la storia stessa'. Questa considerazione si può fare anche per la nostra protagonista, la dottoressa Carpenito perché questa Biblioteca non è diventata un deposito di libri, come potrebbe essere, ma non è questo perché c'è stata un'animatrice. La ricordiamo per questo con virtù e garbo particolare. Viviamo in una istituzione che palpita ancora delle iniziative e della capacità di renderla viva e questo mi pare in sintesi la migliore ragione per commemorarla".
"Ha interpretato il cambiamento"
"È un modo per ricordare, attraverso la persona, un pezzo di storia culturale e sociale della città di Avellino. - ha aggiunto il professore Toni Iermano, ordinario di Letteratura Italiana all'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale - Ha interpretato la storia della Biblioteca nella fase più interessante, quando da luogo di elite è diventato un luogo di discussione, confronto e cambio generazionale con le trasformazioni della società irpina dopo il 1968. Ha interpretato il bisogno di democrazia e cultura, il confronto tra generazioni e le intelligenze di questa provincia. Da un punto di vista tecnico le vanno i meriti di recupero e restauro di dettagli fondamentali".
"La sua passione, l'eredità più bella"
"Credo che la passione sia la dote più importante che ci ha e mi ha trasmesso è quella di avere passione e appassionarsi, ma anche appassionare. - ha sottolineato Stefano, nipote di Annamaria Carpenito Vetrano - È l'aspetto che forse in questi tempi serve ancora di più. Sembra retorico proporlo ai più giovani perché occorre a tutti per tornare di nuovo a leggere, a riflettere, a diffondere il sapere. Questa è l'eredità più bella".