Come prendere in cura i minorenni trans? I dubbi sui bloccanti della pubertà

La chirurgia per il viso, per il seno, e per gli organi genitali, è riservata ai maggiorenni...

come prendere in cura i minorenni trans i dubbi sui bloccanti della puberta

La prevalenza delle malattie mentali nei giovani trans, ben documentata, può essere presente fin dall’inizio, o può essere legata, almeno in parte alle discriminazioni di cui sono state vittime

Avellino.  

Come prendere in cura le persone trans, ed in particolare i minori che non si identificano con il genere loro attribuito alla nascita?

Il problema agita le sfere politiche e sanitarie da molti anni. Negli Stati Uniti Donald Trump ha appena messo brutalmente a giorno la questione. Ne ha fatto uno dei primi temi del suo discorso di apertura, per precisare con fermezza che gli Stati Uniti riconosceranno soltanto i due sessi definiti alla nascita, maschio e femmina. Anche se il problema resta minoritario e marginale, il numero delle persone trattate aumenta dovunque nel mondo. Questo aumento alimenta fantasmi e ipotesi azzardate, come quella di una “contaminazione sociale” non provata. Nella maggior parte dei paesi sviluppati i dibattiti si concentrano sui minori, con numerose questioni. Come accompagnare i ragazzi che si dichiarano trans? Bisogna facilitare la prescrizione dei bloccanti della pubertà, degli ormoni detti di “affermazione di genere”, e della chirurgia di riassegnazione di genere, o al contrario porre dei limiti o dei divieti?

Vediamo cosa accade in Europa. Allo stato i bloccanti di ormoni sono prescritti non condizionati dall’età, con la riserva di un’autorizzazione da parte dei genitori per i minori.

Questi farmaci, sul mercato da quasi 40 anni, sono normalmente utilizzati in caso di pubertà precoce. Possono essere comunque proposti ai ragazzi che si pongono domande sul loro genere, per dare loro un tempo di riflessione. Essi (i farmaci) ostacolano la secrezione degli ormoni sessuali (estrogeni, testosterone) e rallentano, o bloccano, la pubertà e suoi cambiamenti corporei (seno, peli, voce, etc.). Se il trattamento è interrotto, la pubertà ricomincia. Gli ormoni di “affermazione di genere” (estrogeni o testosterone) sono anche consentiti, non condizionati dall’età, e con l’autorizzazione dei genitori. Il più sovente prescritti intorno ai 15 anni, essi sviluppano gli attributi di un sesso o dell’altro. Il loro impatto è in parte irreversibile e può ridurre la fertilità.

La chirurgia per il viso, per il seno, e per gli organi genitali, è riservata ai maggiorenni. In molti paesi sviluppati si sta facendo macchina indietro, a profitto di un approccio più prudente. Molti medici invocano un’ insufficienza di prove riguardo ai benefici per i giovani e sugli effetti potenziali sul lungo termine dei trattamenti di cui sopra. Il Regno Unito ha deciso di vietare i bloccanti della pubertà per i minori di 18 anni. Anche la Danimarca ha limitato l’accesso a queste terapie. La Finlandia anche ha preso posizione ed ha privilegiato l’accompagnamento psicologico. I trattamenti ormonali sono riservati agli adolescenti la cui identità di genere è giudicata permanente. In Norvegia l’agenzia di governo Ukom ha pubblicato nel marzo 2024 delle nuove raccomandazioni che mirano a limitare i bloccanti della pubertà e le operazioni chirurgiche. La Svezia, primo paese a legalizzare la transizione di genere nel 1972, evidenzia anche un forte aumento del numero di persone sofferenti di disforia di genere (la disforia di genere descrive il disturbo dell’identità di genere avvertito da alcune persone rispetto alle loro caratteristiche sessuali alla nascita).

Tra il 2007 e il 2017 il numero delle giovani ragazze di 13 / 17 anni seguite per questi disturbi è passato da 31 a 727. Nel 2021 l’ospedale universitario Karolinska di Stoccolma ha deciso di vietare l’impiego dei bloccanti degli ormoni. Un anno più tardi le autorità stimavano che i rischi erano più importanti dei benefici, limitando l’uso dei bloccanti a casi eccezionali. Ma nel 2024 il Parlamento svedese ha abbassato da 18 a 16 anni l’età nella quale una persona può cambiare legalmente il sesso.

L’ablazione degli ovai o dei testicoli è autorizzata solo dopo i 23 anni. In Australia, il governo dello stato del Queensland ha annunciato, all’inizio di gennaio, la sua intensione di limitare l’accesso ai bloccanti della pubertà per i minorenni. Negli Stati Uniti, prima delle dichiarazioni di Donald Trump, 26 stati avevano già adottato delle leggi che vietavano le cure di affermazione di genere per gli adolescenti, vietando magari l’impiego dei fondi pubblici allo scopo. La Corte suprema americana, dominata dai giudici repubblicani conservatori, è stata incaricata di prendere una decisione riguardo una di queste leggi nel Tennessee, il che potrebbe avere un impatto maggiore per altri 25 Stati. Al contrario, 11 altri Stati e la città di Washington D.C. hanno rinforzato i diritti delle persone trans e facilitato il loro accesso alle cure. Resta da vedere se le decisioni del nuovo presidente americano avranno incidenza su queste politiche. Alcuni paesi europei continuano a promulgare leggi che facilitano le procedure o le cure delle persone trans. Nel 2023 la Spagna ha legalizzato il cambiamento di sesso riguardo lo stato civile a partire dai 16 anni. Questa nuova legge ha concesso l’autodeterminazione di genere ai dodicenni fino ai sedicenni. Nell’ottobre 2024 la Germania ha votato una legge simile. Per i minori di 14 anni i genitori o i tutori potranno iniziare la procedura.

La tendenza generale resta comunque quella delle restrizioni nel rispetto di valori più conservatori. Gli scienziati si sono quasi sempre riferiti al “protocollo olandese”, considerato come una referenza. Una di queste, pubblicata nel 2011 e riguardante un gruppo di 70 adolescenti, ha dimostrato che i bloccanti della pubertà, associati ad una terapia, migliorano il funzionamento psicologico e la salute mentale dei ragazzi. Ma negli ultimi anni dei ricercatori finlandesi hanno dimostrato che le pazienti di sesso femminile erano molto più numerose, il che inficia parzialmente le conclusioni degli olandesi. La prevalenza delle malattie mentali nei giovani trans, ben documentata, può essere presente fin dall’inizio, o può essere legata, almeno in parte alle discriminazioni di cui sono state vittime. La critica più elaborata è quella della dott.ssa Hilary Cass, ex presidente del Collegio reale di pediatria e della salute pubblica nel Regno Unito. Il suo rapporto di 338 pagine, pubblicato nell’aprile 2024, conclude che le prove di efficacia dei bloccanti della pubertà per ridurre la disforia di genere e migliorare la salute mentale dei minori trans sono deboli.

L’analisi sottolinea anche una mancanza di conoscenze dell’effetto sul lungo termine sullo sviluppo cognitivo e psico-sessuale, e non trova alcuna spiegazione chiara all’aumento del numero di minori che soffrono di disforia di genere.

L'autore è Medico-Endocrinologo