Agricoltura, gli Agronomi: "Carenza di manodopera in Irpinia"

Monito del presidente Francesco Castelluccio

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Il presidente Francesco Castelluccio: “L’emergenza manodopera agricola necessita di soluzioni dal mondo politico e dalle associazioni di categoria agricola”

Avellino.  

Nel consueto incontro di fine anno che completa l’offerta formativa permanente messa in campo dall’ordine dei dottori agronomi e forestali della provincia di Avellino, il consiglio ha ritenuto opportuno affrontare la problematica della carenza di manodopera in agricoltura.

Il convegno moderato dal vicepresidente dell’ordine Luigi Salvatore Carfagno è stato animato da due brillanti relazioni tenute da Mario Dattoli responsabile del settore agricolo dell’Inps di Avellino e dalla Rosalia Passaro esperta consulente del lavoro, che hanno riscosso grande apprezzamento tra i partecipanti.

“La carenza di manodopera è una piaga strutturale che coinvolge l’agricoltura da diversi anni e che costituisce in molte realtà un elemento di possibili fenomeni di caporalato dedite allo sfruttamento”, spiega Francesco Castelluccio presidente dell'ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della provincia di Avellino. 

“Il nostro ordine professionale - aggiunge - si confronta quotidianamente con le aziende agricole e non poteva rimanere insensibile a questo fenomeno che unito alla problematica dei cambiamenti climatici, sta mettendo a dura prova il comparto. Possiamo affermare che i cambiamenti climatici acuiscono ancora di più il fenomeno, in quanto a causa della crisi climatica assistiamo ogni anno ad una sovrapposizione delle epoche di raccolte delle diverse colture: la raccolta delle olive coincide sempre più con la vendemmia e con la raccolta delle castagne, quindi la forza lavoro stagionale a disposizione, che prima poteva essere distribuita su più filiere in un lasso di tempo più ampio, oggi di fatto non riesce più ad offrire tale elasticità”.

“La risoluzione del problema non compete alla nostra categoria - sottolinea Castelluccio - ma essendo un anello importante a capo della filiera agroalimentare, abbiamo ritenuto necessario accendere i riflettori sul fenomeno cercando con il nostro convegno di analizzare le diverse cause, macroeconomiche, giuridiche e sociali che sono alla base di questa situazione e provare a dare delle risposte. Negli ultimi anni anche la provincia di Avellino avverte il peso della carenza di manodopera, tutte le principali filiere della produzione primaria: vitivinicola, olivicola, coricola, castanicola e cerealicola hanno grosse difficoltà a sopperire al fabbisogno di Ula (unità di lavoro annuo). Al fine di incrementare la forza lavoro stagionale e a tempo indeterminato in agricoltura - prosegue Castelluccio - bisogna innanzitutto sdoganare il poco appeal che i lavoratori italiani mostrano verso il settore agricolo ed intervenire sui contratti nazionali aumentando il salario. Il lavoro in agricoltura è sicuramente faticoso, ma oggi con l’evoluzione della meccanizzazione non è più faticoso di un lavoro da operaio in fabbrica, va quindi fatta una giusta informazione e una formazione adeguata a chi opera nel comparto, al fine di offrire una manodopera qualificata e ben retribuita”.

E ancora. “Le cooperative agricole di lavoro - evidenzia Castelluccio - potrebbero essere delle valide soluzioni in grado di garantire lavoro annuale e stabile agli operai, fornire le giuste risposte alle esigenze del comparto e quindi concrete e reali opportunità di crescita occupazionale per il territorio. Purtroppo oggi l’appesantimento burocratico dell’iter legislativo e la reticenza alla cooperazione anche nel mondo del lavoro, non sta avendo i frutti sperati. L’alternativa attuale rimane la manodopera extracomunitaria e quindi in questa dinamica, risulta determinante una corretta pianificazione degli ingressi all’interno del Decreto Flussi, il provvedimento con il quale il Governo regolamenta anche le entrate per il lavoro stagionale in agricoltura. Purtroppo, spesso di sottostima la domanda che rende lo strumento non perfettamente aderente rispetto il fabbisogno di manodopera nei settori agricoli, contribuendo ad aumentare il deficit occupazionale”, conclude Castelluccio.

Il convegno ha visto anche la partecipazione del Consigliere Nazionale Conaf Antonio Capone, coordinatore del Dipartimento sistemi produttivi agro-alimentari del Conaf, il quale ha sottolineato l’importanza del settore agricolo primario della nostra provincia e delle attività che a livello nazionale il Conaf sta portando avanti con determinazione.

Le conclusioni del convegno sono state affidate al consigliere nazionale Conaf Carmine Cocca, coordinatore del dipartimento formazione e aggiornamento professionale del Conaf, che nella sua relazione ha esposto le principali novità legate alla formazione professionale continua portate avanti dal dipartimento e dalla commissione nazionale della formazione.