Alcuni studi hanno suggerito che i figli di donne che avevano sofferto di un diabete nel corso della gravidanza potessero presentare un rischio più importante di sviluppare patologie cardio-metaboliche o neuro-comportamentali (sindrome di iperattività, spettro autistico).
Comunque è difficile realizzare correlazioni tra le glicemie materne in corso di gravidanza e i rischi di cui sopra. Per rispondere alla questione i ricercatori hanno analizzato i dati di una coorte di donne che avevano partorito tra aprile 1991 e marzo 2018 in Ontario, Canada.
La coorte comprendeva donne con un diabete preesistente alla gravidanza (di tipo 1 o di tipo 2), donne che avevano sviluppato un diabete gestazionale, e donne senza diabete. I ricercatori hanno in seguito realizzato un’analisi di associazione tra i livelli dell’emoglobina glicosilata (HbA1c) e il rischio di sviluppare una sindrome di iperattività, una sindrome autistica o una sindrome cardio-metabolica nella vita post-natale dei bambini.
In totale, 3 407 961 coppie mamme-figli sono state seguite durante 29 anni. I ricercatori hanno dimostrato che, in paragone alle donne senza diabete, il rischio di uno sviluppo post-natale di disturbi di tipo neuro- psichico, di ipertensione arteriosa e di fattori di rischio cardio-vascolare era più importante nelle donne con un diabete di tipo 1 preesistente alla gravidanza, seguite dalle donne con un diabete di tipo 2 preesistente alla gravidanza, e seguite ancora dalle donne che avevano sviluppato un diabete di tipo gestazionale.
Per contro, se esiste una relazione accertata tra il livello di emoglobina glicosilata (HbA1c) medio nel corso della gravidanza e il rischio cardio-metabolico per i bambini durante le loro vita post-natale, questa relazione è dubbia per il rischio dello sviluppo psico-neurologico. I ricercatori concludono che il controllo glicemico del diabete preesistente la gravidanza o durante il diabete gestazionale è essenziale per ridurre i rischi cardio-metabolici nella vita post-natale dei bambini, trattandosi di un fattore di rischio modificabile.
L'autore è Medico - Endocrinologo