I candidati sindaci di Avellino si sono confrontati sull'importante questione dell'edilizia giudiziaria. “L’incontro ha rappresentato l’occasione per conoscere al meglio le proposte dei candidati su un tema caro alla categoria professionale che ci onoriamo di rappresentare,” ha commentato il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Avellino, Fabio Benigni. "Dobbiamo cercare di essere realisti e ipotizzare soluzioni volte a valorizzare l’attuale struttura, per porre rimedio a tutte le problematiche che purtroppo affliggono l’attuale Palazzo di Giustizia. Noi siamo comunque disponibili a qualsiasi soluzione effettivamente realizzabile"..
“La prima cosa da fare è tenere conto delle esigenze di chi lavora nel settore, ossia giudici e avvocati. Dopodiché, il metodo è basato su condivisione e persuasione”, afferma Aldo D’Andrea. “Ovviamente, ci sono molte cose che andrebbero sistemate. L’amministrazione precedente ha almeno tentato di fare delle proposte, ma in alcune aree non è stato fatto nulla. Bisogna considerare molti aspetti prima di avanzare delle proposte. Innanzitutto, vorrei ricordare a me stesso e agli altri che mi ascoltano che le esigenze di un tribunale oggi, in termini di spazio, non sono più quelle di vent’anni fa, poiché è in atto un sistema di digitalizzazione che sta progredendo e che spero completi il suo iter, riducendo così la necessità di spazi per l’archiviazione. Dunque, il tribunale, così com’è, forse è sovradimensionato. Su questo dovranno pronunciarsi gli avvocati. Se le esigenze ritenute valide da giudici e avvocati sono queste, è ovvio che bisogna avviare un discorso, come dicevo prima, di persuasione e condivisione”.
“Il futuro del Palazzo di Giustizia è uno dei punti del nostro programma. Pensiamo a una città solidale nei tre pilastri: solidarietà economica, solidarietà sociale e solidarietà ambientale”, dichiara Rino Genovese. “Perché ciò avvenga, è importante per me costruire un parco nel centro urbano. Piazza d’Armi tornerà a essere una piazza, con parcheggi sotterranei che risolveranno il problema del congestionamento del traffico in questa zona e permetteranno l’utilizzo dei parcheggi da parte dei cittadini. È ovviamente importante trovare un sito dove costruire la cittadella giudiziaria. Abbiamo idee chiare che stiamo condividendo anche con i ministeri. Ne parleremo oggi e cercherò di far condividere questa idea anche all’ordine degli avvocati”.
“È fantasioso voler abbattere il Palazzo di Giustizia”, afferma Vittorio Boccieri. “Per quale motivo? Il Palazzo di Giustizia è perfettamente adeguato alle sue funzioni attuali. Quindi, sprecheremmo ulteriori soldi. Il bilancio del Comune è completamente azzerato a causa delle amministrazioni precedenti, che hanno realizzato attività finanziarie sorprendenti. Parlo di 100 milioni di debito, se non di più. Pertanto, pensare di imporre ancora una volta ai cittadini di Avellino ulteriori costi per l’edilizia giudiziaria è superfluo e fantasioso”.
“Per fornire una risposta concreta e soddisfare le esigenze della giustizia, è essenziale dialogare con coloro che vivono questa realtà”, afferma Modestino Iandoli. “Pertanto, è necessario avere un forte senso pratico e, soprattutto, capacità di ascolto. Sappiamo che c’è un progetto di riqualificazione edilizia che sta seguendo il provveditorato Opere pubbliche, con un costo di 5 milioni di euro. Se riusciremo a trovare un accordo su questa proposta, siamo pronti a seguirlo. Altrimenti, siamo disponibili a valutare altre soluzioni che possano dare una risposta definitiva all'annosa questione”.
“Prima di tutto, questa opera è di Marcello Canino, uno dei grandi razionalisti italiani. Noi siamo a favore della ristrutturazione del tribunale esistente; l’amministrazione uscente non ha presentato alcun progetto sul PNRR riguardante l’edilizia circolare”, dichiara Antonio Gengaro. “Siamo uno dei pochi comuni d’Italia che non ha presentato alcun progetto su questo tema"
“Per me, il Tribunale dovrebbe rimanere, e nel corso del tempo si potrebbero apportare modifiche per migliorare la sua funzionalità”, afferma Gennaro Romei. “Al momento, siamo una città di 50 mila abitanti, e con l’evoluzione del processo, soprattutto in materia civile, che avviene via telematica, non vedo la necessità di una città giudiziaria”.
“La problematica è tanto complessa quanto delicata”, afferma Laura Nargi. “Noi abbiamo affrontato la questione con gli operatori del diritto e lo abbiamo anche definito nel nostro programma elettorale, cosa che gli altri non hanno fatto. Si stanno inventando proposte senza dati certi. Questo non può essere solo un mero slogan elettorale. La questione è molto delicata. Ci sono due soluzioni possibili. Sicuramente potrebbe essere la riqualificazione dell’edificio, ma il progetto risale a 10 anni fa, quindi bisogna aggiornarlo e trovare altri 5 milioni di Euro, perché con il sovrapprezzo dei materiali il costo del progetto è salito a circa 10 milioni. Per quanto riguarda il dislocamento del palazzo, nella N.I.01, ci abbiamo provato in questi anni con i privati, volevamo unire le nostre quote pubbliche per coinvolgere il privato, ma lo stesso privato non ha presentato la sua proposta, come invece ci aspettavamo".