D'Andrea: "L'ultima "merce", l'acqua, vera ricchezza d'Irpinia, fa gola..."

Riflessioni sul futuro dell'Irpinia

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Da Aldo D'Andrea candidato sindaco della lista “per Avellino, Unione Popolare” riceviamo e pubblichiamo

Avellino.  

Zavorra che impedisce lo sviluppo del Meridione è il macigno della costante rapace sottrazione di futuro che, fin dalla unità d'Italia, ci perseguita. Con l'autonomia regionale differenziata, teorizzata dai cultori della avidità sfrontata e indecente, forze politiche reazionarie strutturano le distanze tra aree geografiche del Paese e auspicano di fatto abbandono ed emigrazione dalle nostre terre. Scellerati.

Sulla nostra Irpinia, poi, da tempo non manca lo sguardo perfido della Campania matrigna.

Mettiamo ordine nelle cose.

L'ultima “merce”, l'acqua, vera ricchezza d'Irpinia, fa gola; governo Meloni e giunta regionale De Luca, ancorché alleati nello smentire la volontà popolare espressa con il referendum del 2011, la offrono su un piatto d'argento ai profitti delle aziende private che di qui a breve potrebbero, se non impediti dalla reazione democratica popolare, speculare sul bene più essenziale per la vita dell'Uomo.

Padre Zanotelli, uomo di fede, mite ma pur incrollabile nella difesa dei diritti dell'Uomo, recentemente in Avellino, ha denunciato il tentativo di scippo delle nostre acque d'Irpinia, stupendosi della indolenza e passività dei cittadini, quasi amabilmente obliati nella sindrome di Stoccolma, ovvero in quella della vittima che si innamora dei carnefici.

Perciò, se da destra s'ode il fragore dell'Ente Acqua del Sud, evoluto per genialità governativa “meloniana” di “almeno al 30%” da affidare alla gestione privata”, da “sinistra”, trombetta la giunta De Luca che s'inventa l'Ente Idrico Campano, con annesso statuto che omaggia il gestore privato. L'Enciclica “Laudato si” non dà fascino a chi fa sfoggio mediatico di crocefissi, né l'alto Magistero di Papa Francesco induce costoro all'apprendimento e alla riflessione; l'acqua è risorsa da bere, tuttavia, volendo può concedersi a sostanza “da mangiare”, per via dei profitti aziendali.

Manca la tassa sull'aria al momento, ma non è detto che...

Nel frattempo, l'ente Idrico Alto Calore non poteva non dare un colpo di esistenza al peggio, e così, di botto in botto, da sfasciato sotto i colpi della Procura, risorgeva copia conforme senza smentite spoglie: la foto del neo presidente, persona di riguardo, per carità, con politici nostrani sorridenti e soddisfatti, certificava che gli auspici alla elezione di un presidente manager erano stati vani e disillusi.

Alto Calore e Ente idrico Campano: Fiorentino Sullo e Vicienz De Luca, dal fronte alla fureria. Roba grossa.

Nella saga del “porcellum”, i pifferai guidano l'incanto fino alle “vette abissali” dell'8 e 9 giugno, a meno che, vai a sapere, lo sguardo non torni “a riveder le stelle”.